mercoledì 30 novembre 2011

Le trappole in cui si cade quando si cerca un lavoro (2)

La seconda grande "trappola" nella quale è facile cadere quando si cerca un lavoro (non importa se si è ancora studenti o se si ha già qualche anno di esperienza nel mondo del lavoro) è la seguente:

"Il mio percorso di studi (o il lavoro fatto finora) non si collega direttamente a nessuna professione", oppure; "non voglio seguire la carriera tracciata dal mio percorso di studi (o dal lavoro fatto fino ad oggi)"


Gli studi, le specializzazioni e l'esperienza maturata non devono per forza essere direttamente collegati alla vostra carriera professionale.

Focalizzatevi su ciò che avete imparato e sulle competenze che avete sviluppato e cercate di capire quali conoscenze avete maturato e come sarebbe possibile trasferirle in un ambito professionale a voi più consono che non corrisponda al naturale sbocco del vostro percorso di studi o dell'esperienza maturata fino ad oggi.


Domani la terza trappola che spesso scatta in chi cerca un nuovo lavoro. Resterete con noi? ;o)


(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

martedì 29 novembre 2011

Le trappole in cui si cade quando si cerca un lavoro

Quando si cerca lavoro da tanto tempo, è facile diventare preda di una serie di "trappole" che ci spingono a rinunciare.
Cerchiamo, dunque, di identificare insieme quali sono questi meccanismi psicologici che ci demotivano e di capire come combatterli.


"Non so cosa voglio fare nella vita"

Non sapere cosa si vuole davvero fare nella vita e non fissare un obiettivo chiaro è il primo passo per cadere in questa trappola. Questo meccanismo negativo agisce soprattutto su chi ha appena terminato il proprio corso di studi e si sta approcciando per la prima volta al mercato del lavoro.

Come abbiamo spiegato molte volte, una strategia per trovare un lavoro deve partire dalla definizione dei propri obiettivi al riguardo.
I vostri obiettivi possono anche essere più di uno ma è importante concentrare tutte le proprie energie solo su uno, almeno all'inizio.

Intendiamoci, questo non significa che - se volete fare il Responsabile Qualità - dobbiate rifiutare tutti i lavori che non hanno attinenza con questo (ci mancherebbe altro, visto il periodo di crisi!) ma, semplicemente, che dovrete cercare di tirare fuori tutto ciò che impararerete in questa vostra parentesi professionale cercando di collegarlo al vostro obiettivo.

Cerco di spiegarmi meglio: poniamo che vi abbiano offerto un lavoro come Operatore di call center. Ovviamente questa mansione è lontana anni luce dal lavoro di Responsabile Qualità che vorreste ma potreste imparare a gestire al meglio i clienti, a tranquillizzarli quando sono arrabbiati, ad approcciarli nel migliore dei modi e spiegare tutto questo nel vostro curriculum quando andrete a delineare questa esperienza lavorativa.
La cosa importante è far capire a chi vi legge che tutto ciò che avete fatto e avete imparato l'avete fatto e imparato pensando alla Qualità e a quello che sarà il vostro mestiere definitivo.

Domani esamineremo insieme una nuova "trappola", non mancate!

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

lunedì 28 novembre 2011

La paura di parlare

"Riza Psicosomatica" di questo mese affronta un tema che, secondo me, è molto sentito soprattutto nel mondo del lavoro: la paura di non sapere cosa dire.

Quante volte ci siamo ritrovati in una riunione e non siamo riusciti ad inserirci nella discussione solamente perché avevamo paura di parlare? Magari ci è già successo anche in un lavoro di gruppo o - perché no - qui sul forum di QualitiAmo dove tutti sembrano così preparati da indurci a pensare di non essere all'altezza.

La rivista ci offre tre consigli pratici per vincere questa paura:

  1. non forziamoci a prendere la parola - il primo passo è legittimarsi nella possibilità di stare in silenzio o di dire anche solo pochissime parole. Non succede niente. Piuttosto impariamo a sfruttare il silenzio per spostare la nostra attenzione da noi stessi agli altri, per osservarli meglio, per farci un'idea più precisa di quello che stanno dicendo e - di conseguenza - per produrre riflessioni di cui, volendo, potremmo parlare
  2. parliamo di ciò che conosciamo - portiamo il discorso su un terreno nostro, su argomenti che ci sono familiari ma - soprattutto - che ci piacciono. Se - invece - non ci interessano, non saper cosa dire è naturale! Anzi, sarebbe bello che tante persone non parlassero a vanvera di ciò di cui non sanno niente. Se vogliamo possiamo fare domande, chiedere, informarci. Non rischiamo niente
  3. disinneschiamo il "giudice interiore" - è fondamentale ridurre il nostro giudice interno che non ci lascia liberi di esprimerci. Non importa che gli altri ne sappiano più di noi se abbiamo voglia di condividere con gli altri la nostra opinione. Ricordate che, spesso, chi sembra sapere tutto e si atteggia a superiore è solamente una persona che ha imparato a "vendersi" bene

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

venerdì 25 novembre 2011

Il candidato perfetto secondo i cacciatori di teste

Qual è la lista dei desideri che i cacciatori di teste esprimono riguardo al candidato perfetto? Vediamola insieme:

- buona capacità di comunicare verbalmente e per iscritto
- etica
- capacità di interagire con le persone
- attitudine al lavoro di squadra
- capacità analitiche
- flessibilità, adattabilità
- attenzione ai dettagli
- buona iniziativa
- esperienza pregressa
- capacità di Problem solving


(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

giovedì 24 novembre 2011

Motivare le persone

Torniamo sull'argomento motivazione per riassumere brevemente ciò che si deve e ciò che non si deve fare per motivare i nostri colleghi o collaboratori.

Cosa fare per motivare

  • assicurarsi che colleghi e collaboratori abbiano tutto il supporto di cui hanno bisogno
  • garantire loro gli strumenti necessari per poter lavorare
  • comunicare con loro chiaramente anche se questo richiede tempo
  • condividere con loro tutte le informazioni necessarie per svolgere un buon lavoro. Non nascondere nemmeno eventuali cattive notizie
  • adottare la politica della "porta aperta", cioè essere sempre pronti ad ascoltare chi ha bisogno del nostro aiuto
  • incoraggiare la creatività
  • quando non si può implementare un'idea presentata, spiegare sempre il perché ed, eventualmente, quando si pensa di poterla applicare
  • far sapere quanto ogni collaboratore/collega è stato utile all'organizzazione all'interno di un quadro generale

Cosa NON fare per motivare
  • sottolineare a colleghi/collaboratori che sono fortunati ad avere un lavoro
  • non rispondere a chi ci fa domande o ci chiede informazioni
  • ignorare le voci di corridoio e non fornire una versione ufficiale delle questioni più delicate
  • non supportare le nuove idee
  • non riconoscere il contributo dei colleghi o collaboratori all'interno dell'organizzazione
Vi viene in mente altro?

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

mercoledì 23 novembre 2011

Rendersi indispensabili (4)

Ultimo appuntamento per imparare come sfruttare al meglio le nostre caratteristiche positive.

Abbiamo visto:

  • come individuare i nostri punti di forza
  • come scegliere quello su cui concentrarci
  • come decidere quale aspetto migliorare
oggi vedremo, invece, insieme:

Come migliorare la caratteristica scelta del punto di forza su cui vogliamo concentrarci

Poniamo che voi, da bravi motivatori, sappiate scrivere bene, spiegare chiaramente i concetti, aiutare le persone a capire cosa ci si aspetta da loro, parlare con i diversi livelli della vostra organizzazione scegliendo il linguaggio più adatto, ecc. ma che non sappiate assolutamente essere concisi.
Ecco, questa sarà la caratteristica legata alla comunicazione che dovrete sviluppare.

Potete iniziare raccogliendo materiale online (se vi serve qualche input, fatecelo sapere. Potremmo decidere di parlare di quell'argomento su QualitiAmo), leggendo dei libri dedicati all'argomento, facendo pratica in famiglia e con gli amici e chiedendo a tutti di suggerire come essere più concisi ed incisivi.
Se scoprirete - poi - che l'argomento vi appassiona davvero, potrete decidere di frequentare un corso (dal vivo o virtualmente, tramite internet) o di affidarvi a un coach.

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

martedì 22 novembre 2011

Rendersi indispensabili (3)

Terzo appuntamento con la nostra crescita professionale. Dopo aver individuato i vostri punti di forza e aver scelto quello sul quale concentrarvi, oggi vedremo insieme come:

Sviluppare un nuovo aspetto del vostro punto forte

Poniamo, ad esempio, che siate molto bravi a motivare i vostri colleghi.
Vediamo quali competenze si accompagnano, solitamente, a questa caratteristica:

  • capacità di connettersi con gli altri a livello emozionale
  • capacità di comunicare una visione chiara e una direzione univoca
  • buona predisposizione alla comunicazione
  • volontà di far crescere gli altri
  • predisposizione a prendere l'iniziativa
  • ecc.
Ora, fermatevi un attimo a riflettere su quale delle caratteristiche elencate non avete ancora sviluppato pur essendo dei bravissimi motivatori.
Una volta individuata, non dovrete fare altro che iniziare a formarvi in questo nuovo campo per rendervi ancora più imbattibili e potenziare notevolmente quello che è già un vostro punto di forza.

Ricordate sempre che dovrete scegliere un percorso che sia importante per la vostra organizzazione e che abbiate voglia di seguire anche se, in questo caso, dovrete concentrarvi sui punti più deboli. Se sapete motivare le persone ma avete qualche difficoltà a comunicare bene, ecco che è questa la strada che dovrà seguire il vostro empowerment!

Ma quali sono le caratteristiche complementari che corrispondono ai singoli pregi di un leader che abbiamo elencato ieri?
Non abbiate fretta, questa è materia da Q-club e presto faremo un piccolo esercizio per trovarle tutte. ;o)

A domani per le conclusioni!

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

lunedì 21 novembre 2011

Rendersi indispensabili (2)

Dopo aver visto come raccogliere informazioni sui nostri punti di forza, cerchiamo di capire insieme come concentrarci su quella nostra caratteristica capace di renderci indispensabili per l'organizzazione per la quale lavoriamo.

Scegliere su quale punto di forza focalizzarsi

Scegliere tra "buono" e "cattivo" è semplice. Scegliere, invece, tra "buono" e "buono" non lo è affatto.
Per non disperdere le vostre energie, però, dovrete concentrarvi - almeno all'inizio - solo su una vostra caratteristica positiva e impegnarvi al massimo per evidenziarla.

Sono due le cose che dovrete tenere presenti nella vostra scelta:

  1. la caratteristica vincete deve essere importante per la vostra organizzazione (i punti forti non ritenuti importanti per la vostra azienda sono dei semplici hobby, importanti per voi ma privi di valore aggiunto nel posto dove lavorate)
  2. dovrete avere voglia di lavorare su questo punto, quindi - per ottenere il massimo - vi dovrà piacere farlo
Iniziamo col raggruppare le principali caratteristiche che identificano un leader:

A questo punto, per ognuna di esse, fatevi le seguenti domande:
  1. Devo cercare modi per migliorare questa caratteristica?
  2. Devo cercare nuovi modi per sfruttare questa caratteristica?
  3. Lavorare su questo mio punto di forza tende ad esaurirmi e a rubarmi le forze o mi piace?
  4. Esistono progetti in azienda dove potrei applicare questo mio punto di forza?
  5. Riuscirò a trovare il tempo per migliorare questa caratteristica?
  6. Mi piacerà migliorarla?

Se avrete fatto bene i "compiti" fino a qui, scegliere sarà un gioco da ragazzi!

A domani per vedere come sviluppare, invece, un nuovo aspetto legato al vostro punto forte.

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

venerdì 18 novembre 2011

Rendersi indispensabili

Recentemente ("Harvard Business Review" di ottobre) è stato pubblicato un articolo molto interessante che spiega come "rendersi indispensabili" all'interno della propria organizzazione, ovvero come accrescere di continuo le competenze non dimenticando di sottolineare ciò che già facciamo molto bene.

Il rendersi indispensabili passa attraverso 4 tappe obbligate che vedremo una ad una nel dettaglio:

  1. identificare i propri punti di forza
  2. sceglierne uno sul quale focalizzarsi in base all'importanza che potrebbe rivestire all'interno dell'organizzazione e alla vostra voglia di migliorarlo su base continua
  3. sviluppare un nuovo aspetto del vostro punto forte
  4. migliorare la caratteristica scelta del punto di forza su cui abbiamo scelto di concentrarci
Identificare i vostri punti forti

Ci sono moltissimi modi per identificare i propri punti di forza ma la cosa importante è non dimenticare che queste vostre doti devono essere riconosciute prima di tutto dagli altri perché la leadership si occupa dell'effetto che farete sugli altri.
Non importa, dunque, se credete di essere il miglior pianificatore del mondo se gli altri vi considerano una persona mentalmente disordinata.

La strada migliore da seguire per individuare i vostri punti di forza è quella di fare domande a chi lavora con voi (colleghi, responsabili, collaboratori interni ed esterni, ecc.) permettendo di rispondere in maniera assolutamente anonima.
Purtroppo pochissime organizzazioni hanno la volontà di condurre un'indagine del genere, quindi - se non siete così fortunati da lavorare proprio per una di queste - cercate di raccogliere i dati che vi riguardano parlando francamente con i vostri colleghi, anche (soprattutto) con quelli con cui andate meno d'accordo.

Una volta raccolti i risultati della vostra piccola indagine, cercate di non focalizzarvi troppo, almeno all'inizio, sui risultati negativi provando - invece - a capire quale vostra caratteristica vi rende vincente rispetto ad altri.
Ricordate che chi viene ritenuto indispensabile (in senso buono) all'interno di un'azienda non è colui che sa fare abbastanza bene molte cose ma colui che ne fa davvero bene una che per l'azienda è vitale. E' questa vostra caratteristica che vi permetterà di mettere in secondo piano ciò che non sapete (ancora) fare bene.
Ovviamente, più caratteristiche positive riuscirete a sviluppare ad un ottimo livello, meglio sarà ma non si può essere bravi in tutto.

Lunedì vedremo insieme come scegliere quale punto forte evidenziare per riscuotere maggior successo all'interno della vostra organizzazione.

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

giovedì 17 novembre 2011

Torniamo sul film "Carnage"

Ricordate quando, qualche settimana fa, abbiamo parlato del film "Carnage" spiegando come potesse essere utilizzato per spiegare alcune dinamiche di gruppo e la gestione dei conflitti?
Bene, il numero di "Mente & Cervello" di novembre ha scelto proprio questo film per fare la sua consueta analisi psicologica.

Vediamo, dunque, cosa aggiunge a ciò che abbiamo già detto e cosa - in particolare - può essere di qualche interesse per chi si occupa di Qualità e di management in generale:

"Presto infatti emerge la qualità inane e patetica della funzione genitoriale adulta di padri e madri che dovrebbero ammonire, emendare, punire, ma soprattutto dovrebbero rendere consapevoli i figli delle differenze tra bene e male o almeno delle regole della convivenza civile.
Ma si sa che non si può trasmettere agli altri ciò che non si ha; ed entrambe le coppie sono troppo incerte sui loro valori, intrappolate nella spasmodica esigenza di mostrare una facciata lusinghiera, ciascuno blindato nei suoi preconcetti e nei suoi modelli."

Ebbene, questi signori non vi ricordano molto da vicino certi manager che dovrebbero far crescere i collaboratori che lavorano insieme a loro e che invece, spesso, si dimostrano più immaturi di chi dovrebbero formare? E quanto è importante avere certezza dei propri valori per chi fa il nostro mestiere?

"La scena finale è di nuovo collocata nel giardinetto, dove - sempre in lontananza -vediamo quegli stessi ragazzi giocare come se niente fosse accaduto, dopo essersela cavata tra di loro in barba a tutte le contorte complicazioni ideologiche e pedagogiche dei genitori."

Ecco, i manager incapaci fanno proprio la fine di quei genitori che risultano incapaci di risolvere alcunché. I figli del film, che si rivelano molto più svegli di padri e madri che si accapigliano, ricordano - invece - da vicino certi collaboratori che fanno funzionare le aziende...spesso a dispetto di questa categoria di manager!

Ed ora spazio ai commenti. Qualcuno di voi ha visto il film? In caso negativo, che idea se n'è fatta?

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

mercoledì 16 novembre 2011

Trovare lavoro: un articolo di Wired (2)

Seconda parte dell'articolo di Wired che abbiamo iniziato a pubblicare ieri.


Approfittare del fattore F


"Fan", "Follower", "Friend" attivi e coinvolti sono il sogno di tutti. Eppure noi li abbiamo già e ci fidiamo di loro: sono la nostra cerchia più ristretta di amici, parenti, colleghi. 
Su internet possono diventare la nostra cassa di risonanza, i nostri sponsor più convinti.


(...)


Una vera ricchezza, soprattutto se tra i loro contatti si nasconde si nasconde l'opportuinità della vita.


Come fare nuove connessioni? Scoprire di cosa uno ha bisogno e offrirgli una soluazione.


Prima legacy, poi currency


Un buon personal brand pianifica le sue azioni nel tempo e lavora alle fondamenta (legacy), si comporta sempre in maniera congruente ai propri valori, non fa autopromozione (ma chi ci crede ancora?) e non brucia la propria immagine. Sa che internet non dimentica nulla e guarda lontano, ragiona in termini di anni.


Con il tempo, se viene percepito come interessante, utile e esperto, arriveranno i primi inviti per eventi di settore, anche a pagamento (currency) e le prime richieste di consulenza, apparizioni sui media, nuovi progetti, ecc.


(...)

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

martedì 15 novembre 2011

Trovare lavoro: un articolo di Wired

Leggendo il mensile "Wired" ho trovato un articolo che credo possa essere utile a chi, cercando un lavoro e nuovi contatti professionali, è interessato ad usare la Rete per ottenere visibilità.
Il titolo è: "Trasforma te stesso in un marchio" e ora vado a riportarvi gli stralci più interessanti:

Mandare il curriculum alle aziende, con l'attuale economia del lavoro, è un'attività equiparabile al volantinaggio. Ma ha un aspetto positivo: sprona sempre più persone ad approfittare della rete per farsi scoprire dalle aziende o inventare nuove professioni, spesso con inaspettati e clamorosi successi.

(...)

Chi ha successo in una rete tanto affollata sa che è fondamentale imparare a diventare rilevanti e degni di nota, guadagnarsi il diritto di essere seguiti. La via? Comunicare in maniera limpida e immediata la ragione per cui qualcuno dovrebbe sceglierci.
Si chiama "personal branding" e questi sono alcuni passi fondamentali.

Diventare media di se stessi

(...)

Oggi tutti hanno la possibilità di raggiungere un pubblico, di esprimere e dimostrare la propria competenza e creatività.
Ovviamente i contenuti prodotti devono essere eccellenti.

Ben vengano allora i profili su Facebook, You Tube, LinkedIn e Twitter secondo inclinazioni e talenti.

(...)


Differenziarsi


Per attirare l'attenzione e farsi ricordare occorre essere differenti.

(...)

Online questo non significa solo offrire una prospettiva unica e scegliere gli argomenti o il pubblico cui fare riferimento. Significa anche utilizzare la risorsa più importante che abbiamo a nostra disposizione: la personalità. Mai temere di esprimerla abbastanza.


(...)

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

lunedì 14 novembre 2011

Di cosa si occupa la Qualità? (2)

La comunità 
La comunità dove si sviluppa la nostra organizzazione deve sopravvivere se la nostra azienda vuole sopravvivere. Garantire, ad esempio, un ambiente libero dall'inquinamento dovrebbe essere una delle responsabilità principali di qualsiasi organizzazione. 
Requisiti di legge e regolamenti 
Tutti i requisiti di legge e i regolamenti di settore devono essere rispettati. Ad esempio:

  • si deve prestare attenzione ai salari minimi del Paese in cui si opera, così come agli orari di lavoro, agli straordinari, all'età minima per l'occupazione, alle norme di sicurezza, ecc.
  • quando le attività sono in outsourcing, è responsabilità dell'organizzazione assicurare che le persone siano pagate il giusto e che ci sia aderenza a quanto prevede la legge
  • i dipendenti devono avere un'assicurazione che tuteli la loro sicurezza e la loro salute
  • tutti gli aspetti della sicurezza devono essere aderenti alla legge del Paese
  • i requisiti normativi relativi alla sicurezza dei prodotti e alla sicurezza del consumatore devono includere un certo numero di fattori che dipenderanno dalla natura del prodotto
Requisiti contrattuali
I requisiti contrattuali dovranno prendere in considerazione:
  • che la merce spedita e consegnata corrisponda esattamente a ciò che è stato richiesto dal cliente
  • che le caratteristiche del prodotto citate corrispondano alle reali caratteristiche del prodotto
  • che i colli siano imballati come specificato dal produttore, come previsto dalla legge o dalle normative vigenti e come richiesto dal cliente
Etica degli affari
L'etica nel business include:
  • il fatto che i prodotti mostrati nei cataloghi siano identici a quelli consegnati al cliente
  • che le prestazioni siano erogate così come promesso al cliente (personalmente o tramite la pubblicità)
  • che la qualità del prodotto corrisponda agli esemplari mostrati al cliente in occasione di un incontro precedente (fiere, visite in azienda o altro)
  • che la documentazione di supporto sia adeguata, come concordato col cliente
Istruzioni
Il prodotto dovrà essere accompagnato da istruzioni chiare capaci di descriverlo chiaramente, spiegando il suo impiego e le precauzioni da adottare durante il suo utilizzo

Vi viene in mente altro?

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

venerdì 11 novembre 2011

Di cosa si occupa la Qualità

La Qualità dovrebbe, almeno, prendere in considerazione le seguenti parti interessate:

I clienti 

Dovremo considerare le caratteristiche del prodotto e le tolleranze, che la consegna sia allineata con la data richiesta, che il prezzo sia ragionevole e il servizio rapido e tempestivo.  
Anche la tecnologia e i sistemi adottati devono essere adeguati alle esigenze della Qualità, così come la formazione che deve essere adatta a supportare persone che devono saper lavorare in Qualità.L'impianto stesso, inteso come edificio, dovrebbe avere la capacità di produrre la quantità necessaria di prodotto nel giusto periodo di tempo e in linea con le richieste dei clienti.
Gli standard internazionali

I sistemi di misurazione adottati all'interno delle nostre organizzazioni devono essere in lineacon sistemi riconosciuti a livello internazionale. Allo stesso modo, l'etichettatura e la marcatura devono soddisfare i requisiti di legge e i regolamenti.

I requisiti normativi 

La sicurezza dei prodotti così come quella degli utenti è la preoccupazione principale delle normative. Anche gli interessi generali della comunità e l'attenzione all'ambiente sono presi in seria considerazione durante lo sviluppo delle norme regolamentari. E' essenziale per qualsiasiorganizzazione aderire alle disposizioni di legge e ai regolamentari di settore.

I requisiti etici 
I requisiti etici da considerare riguardano le persone, i loro valori, l'etica negli affari e gli obblighi sociali. Si può sicuramente fare business senza prestare nessuna attenzione all'etica ma sarà un business breve. 
I fornitore 
L'aspettativa principale dei fornitori è vedersi pagare regolarmente per i materiali e i servizi che abbiamo acquistato da loro. I fornitori, infatti, non possono sopravvivere se i pagamenti non vengono erogati per tempo ed è quindi logico che l'organizzazione che li mette in queste condizioni non possa aspettarsi una buona qualità dai loro prodotti e dai loro servizi.

I dipendenti 
I dipendenti sono la spina dorsale di qualsiasi organizzazione. Meno i dipendenti saranno coinvolti nelle attività dell'azienda e meno sarà possibile ottenere le prestazioni richieste in termini di qualità, produttività, costo, soddisfazione dei clienti, reputazione, ecc.
Una buona remunerazione per il lavoro svolto e la sicurezza sul posto di lavoro sono i requisiti principali che vanno a costituire la serenità dei dipendenti, ed è compito del management delle singole organizzazioni assicurarle. Accanto a questi due requisiti primari, si affiancano la possibilità di crescere, la sicurezza sociale e le attività assistenziali che vanno a costituire il welfare delle aziende di cui abbiamo parlato molte volte.

(continua...)

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

giovedì 10 novembre 2011

Tokyo Vice e le procedure

In questi giorni sto leggendo "Tokyo Vice", biografia avvincente di un giornalista americano in lotta contro la "yakuza" (la mafia giapponese).
La vicenda si svolge nel 1993. Leggete un po' cosa succede quando il nostro aspirante giornalista entra per la prima volta nella redazione del "Yomiuri Shimbun", il più importante quotidiano giapponese:

"Poi Nakajima ci consegnò: una copia del manuale dei cronisti di nera, versione 1.1, dal titolo UN GIORNO NELLA VITA DEL CRONISTA DI NERA; un cercapersone che avremmo tenuto eternamente agganciato al fianco e che doveva restare sempre acceso; infine una serie di documenti - collezioni di articoli suddivisi in categorie come Rapina, Omicidio, Aggressione, Incendo doloso, Stupefacenti, Criminalità organizzata, Appalti truccati, Incidenti stradali e Scippi"

(...)

"Questi sono esempi di pezzi che scriverete come cronisti di nera - disse Nakajima. - Studiate gli articoli e tenete a mente lo stile. Nel giro di una settimana, mi aspetto che abbiate imparato."

Vi ricordo che era il 1993 e che nella redazione di un quotidiano (mi viene da ridere se penso ai nostri...) avevano le procedure! Commovente, vero?
E' vero che non si diventa certo giornalisti con le procedure ma credo che molti dei nostri professionisti odierni ne avrebbero veramente bisogno.

Ah! Se siete interessati all'argomento, il libro è straordinario: una biografia scritta col piglio di un romanzo che svela molti lati oscuri della civiltà giapponese. Io lo sto divorando! ;o)

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

mercoledì 9 novembre 2011

L'utopia di Adriano Olivetti diventa realtà

Sul numero del Venerdì di Repubblica di un paio di settimane fa abbiamo trovato un interessante articolo su Adriano Olivetti, preparato perché in questi giorni è stato pubblicato un fumetto che immagina che le sue idee rivoluzionarie ispirino un nuovo Rinascimento nell'Italia del 2060.

Ve ne riportiamo alcuni stralci.

---------------------------


Provate a immaginarlo. "Adriano aveva allora la barba, una barba incolta e ricciuta, di un colore fuulvo; aveva lunghi capelli biondo fulvi, che si arricciolavano sulla nuca, ed era grasso e pallido.
La divisa militare gli cadeva male sulle spalle, che erano grasse e tonde; e non ho mai visto una persona, in panni grigio verdi e con una pistola alla cintola, più goffa e meno marziale di lui..."

Così Natalia Ginzburg, che sarebbe diventata sua cognata, descriveva in "Lessico famigliare" un giovane Adriano Olivetti.

"Aveva un'aria molto malinconica, forse perché non gli piaceva niente fare il soldato; era timido e silenzioso, ma quando parlava, parlava allora a lungo e a voce bassisssima, e diceva cose confuse ed oscure, fissando il vuoto con piccoli occhi celesti, che erano insieme freddi e sognanti..."

(...)

Il fumetto proietta Olivetti nel 2060, a un secolo esatto dalla sua scomparsa.

(...)

Olivetti dipana il proprio pensiero in un'intervista immaginaria rilasciata a una studentessa in vista del bicentenario dell'unità d'Italia. Un'Italia che - immagina la graphic novel - sta vivendo un Nuovo Rinascimento, organizzata in distretti culturali che avvicinano cittadini e funzionari, produttori e consumatori, il Nord e il Sud, secondo la lezione dell'ingegnere di Ivrea.

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

martedì 8 novembre 2011

I fornitori e la ISO 9001

Su un numero di qualche tempo fa di Quality Progress ci si interrogava su cosa alle organizzazioni  interessasse valutare in tema di fornitori. La risposta, ovviamente, è stata: "l'aderenza agli standard della Qualità e alle cogenze applicabili".

Lo standard ISO 9001 è il più applicato in Italia e nel mondo ma non è certo l'unico se parliamo di fornitori. Esistono, infatti, standard più avanzati e specifici quali, ad esempio:

- AS9100, dedicata al settore aeronautico
- ISO/TS 16949, dedicata all'automotive
- ISO 13485, dedicata ai dispositivi medici
- ISO 22000, dedicata al settore alimentare

Quando le organizzazioni e i loro fornitori cercano di individuare i gap tra i diversi sistemi di gestione, spesso iniziano a nascere i primi problemi di incomprensione. C'è un metodo, tuttavia, che potrebbe essere di aiuto in questi frangenti e che si chiama "ISO 9001 modificata", una sorta di linea guida basata sulla ISO 9001 e sul risk management.

Ne parleremo domani, non mancate!

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

lunedì 7 novembre 2011

Il Flow Kaizen e il Point Kaizen


Esistono due tipologie di Kaizen:

  1. Flow Kaizen – determina miglioramenti nel flusso del valore. Il Flow Kaizen, o miglioramento continuo del flusso del valore, è un intervento esteso su un intero processo
  2. Point Kaizen – determina l’eliminazione degli sprechi in un punto preciso del processo. Se, ad esempio, organizzo un intervento Kaizen di una settimana, mirato al raggiungimento di un obiettivo specifico come, ad esempio, la riduzione dei tempi di attrezzaggio di una macchina, sto facendo Point Kaizen perché sto migliorando solo un punto del mio flusso del valore
Di solito, si parte con il Flow Kaizen per rendere più efficiente il flusso di un processo e poi si ricorre al Point Kaizen che costituisce un intervento più mirato e localizzato ad un particolare step di un processo.

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

venerdì 4 novembre 2011

L'innovazione

L'innovazione è un progresso sostanziale, un passo in avanti significativo nelle prestazioni. In inglese si definisce "breakthrough" che potremmo tradurre come "sfondamento".


Innovare, cioè procedere per grandi "salti" è uno dei due modi che conosciamo per migliorare su base continua i nostri processi. L'altro, ovviamente, è il Kaizen.
 

Nella ISO 9004 si parla parecchio di innovazione, ad esempio raccomandando che il top management preveda, oltre ai piccoli miglioramenti, anche azioni di vero e proprio progresso.
Occorrerà, poi, individuare le misurazioni più opportune per mantenere monitorata l'innovazione effettuata.

Un grande passo avanti nelle nostre prestazioni si ottiene solo attraverso una serie ragionata di passaggi:

  • determinare l'obiettivo da raggiungere (per esempio raggiungere nuovi mercati, progettare prodotti, applicare nuove tecnologie, arrivare a nuovi livelli di efficienza e di efficacia gestionale, applicare nuovi standard, ecc.)
  • determinare le politiche necessarie per il miglioramento, cioè gli indirizzi di massima per permettere la gestione capace di provocare o stimolare il miglioramento
  • condurre uno studio di fattibilità per capire se realizzazione dell'obiettivo è fattibile e per analizzare le diverse strategie o soluzioni concettuali applicabili
  • produrre piani per il miglioramento che specifichino il mezzo con cui l'obiettivo sarà raggiunto
  • organizzare le risorse per attuare il piano
  • effettuare ricerche, analisi e progetti per definire una soluzione possibile in mezzo ad alternative credibili
  • modellare e sviluppare la soluzione migliore ed effettuare prove per dimostrare che soddisfa l'obiettivo posto
  • identificare e superare le resistenze al cambiamento 
  • attuare il cambiamento
  • mettere in atto i controlli necessari per assicurare di mantenere il nuovo livello di prestazioni raggiunto
(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

giovedì 3 novembre 2011

Le regole d'oro dell'audit

Gli audit ISO 9001 o verifiche ispettive interne si compongono di diverse domande. Esistono alcune regole d'oro da seguire per formulare al meglio queste domande e ottenere in cambio risposte utili e costruttive.
Proviamo a vederne qualcuna insieme:

- occorre spiegare in modo neutrale, senza alcun giudizio morale, che l'auditor ISO 9001 è già a conoscenza di certe informazioni che la persona auditata può essere tentata di non dare
- bisogna tenere presente che inizialmente chi è auditato può manifestare imbarazzo, sfiducia, tensione. Permettere di manifestare liberamente queste sensazioni può aiutare a conquistare la fiducia della persona oggetto della verifica ispettiva
- spiegare che le domande non hanno lo scopo di invadere la privacy della persona auditata ma servono per adempiere al dovere di ricerca della verità. Se possibile, indicare sempre il fine specifico per cui la singola domanda è posta
- far presente che le informazioni fornite dalla persona auditata verranno messe a conoscenza di parti terze secondo modalità ben stabilite
- dutante l'audit mostrare attenzione vigile mantenendo il contatto visivo
- formulare le domande in modo attento e controllare che siano state correttamente intese
- osservare il linguaggio non verbale della persona auditata
- le domande più delicate vanno poste quando si ègià stabilito un rapporto di fiducia fra l'auditor e chi è auditato

Avete trovato interessanti queste indicazioni? Le ho trovate su Mente & Cervello e, anche se non indirizzate direttamente allo svolgimento delle verifiche ispettive (le ho adattate io), mi sono sembrate utili per chiunque faccia il nostro lavoro.

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

mercoledì 2 novembre 2011

Sviluppare una nuova abitudine

Credo che tutti abbiano sentito parlare almeno una volta della ricerca fatta negli USA dagli Alcolisti Anonimi che provarono a vedere quanto tempo fosse necessario per sviluppare una nuova abitudine.
Per tutti coloro che non sono al corrente dello studio, ricordo che il tempo stabilito fu di 21 giorni. Tre settimane per apprendere una nuova abitudine virtuosa, nella vita come nel lavoro.
 
All'inizio un modo facile per ricordarci che dobbiamo restare fedeli alla nuova abitudine
è quello di utilizzare dei semplici memo che ci ricordino periodicamente quello che ci siamo ripromessi di fare. Possono essere memo elettronici sul PC, svegliette sul telefonino o semplici foglietti adesivi messi là dove sappiamo che il nostro occhio cadrà durante la giornata.

Apprendere una nuova abitudine, dunque, è semplice. Non rimandate più!
Bastano tre semplici passi:

1) scrivere la nuova abitudine
2) scrivere la data in cui abbiamo iniziato ad esercitarla
3) ricordarcela per i 21 giorni successivi

Al termine delle tre settimane, dovrebbe essere già diventata parte di voi. In caso contrario, forse nei giorni precedenti avete sgarrato ;o)

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)