venerdì 29 gennaio 2016

Scambi fra colleghi e idee per i capi: il boom delle community aziendali

L'evoluzione della vecchia "intranet" è una sofisticata piattaforma, ora anche per i dispositivi mobili, che permette la diffusione capillare delle conoscenze.

Anche in questo caso, ce ne parla "Affari & Finanza" con questo articolo.

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

giovedì 28 gennaio 2016

Competenze per le PA, ecco i criteri

Alla luce dei nuovi trend (mobile, cloud computing, evoluzioni web, pagamenti elettronici) ecco i profili lavorativi più ricercati secondo le associazioni delle imprese del settore ICT.

Ce ne parla questo articolo di "Affari & Finanza".

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

mercoledì 27 gennaio 2016

Quale cultura vige all'interno della vostra organizzazione?

Quale cultura vige all'interno della vostra organizzazione? Quali sono le percezioni dei lavoratori in merito ai valori aziendali?
 
Per rispondere a queste e a molte altre domande, si deve partire da un'analisi che possiamo articolare in dodici punti. 

Vediamoli insieme:
  1. Cambiamento: quanto sono a loro agio con il cambiamento le persone che lavorano nella vostra organizzazione e come gestiscono le richieste di cambiamento che provengono dall'interno e dall'esterno?
  2. Orientamento agli stakeholder: l'azienda ha sviluppato un serio percorso per comprendere a fondo le esigenze degli stakeholder e per risolvere eventuali problemi che possano riscontrare?
  3. Competitività: qual è il grado di impegno dell'organizzazione nel cercare di superare la concorrenza? I concorrenti vengono presi seriamente o le loro performance vengono ridicolizzate?
  4. Creatività e innovazione: creatività e innovazione vengono osteggiate o incoraggiate? Vengono messe a disposizione le risorse necessarie per favorire scelte innovative? Si cerca di promuovere nei dipendenti una mentalità imprenditoriale nell'amministrare le risorse a disposizione per affrontare i problemi o produrre miglioramenti?
  5. Divertimento: si incoraggia un'atmosfera distesa all'interno dell'azienda oppure no? Si fa in modo che le persone si godano l'ambiente di lavoro oppure si cerca di renderlo quanto più punitivo possibile?
  6. Apprendimento: qual è il grado a cui l'organizzazione incoraggia i propri dipendenti a impegnarsi in un apprendimento continuo e nello sviluppare nuove conoscenze? I più anziani vengono incoraggiati a diventare coach dei più giovani? 
  7. Rispetto: le persone possono esprimersi liberamente all'interno dell'organizzazione? Le loro opinioni vengono rispettate? Si cerca di andare incontro alle esigenze individuali dei lavoratori?
  8. Responsabilità: alle persone viene insegnato ad essere responsabili e ad assumersi l'onere delle proprie decisioni e delle azioni che compiono?
  9. Risultati: si insegna ai collaboratori ad impegnarsi per ottenere i risultati attesi? Si analizzano gli errori non con lo scopo di colpevolizzare chi li ha commessi ma con il desiderio di capire perché non sono stati centrati gli obiettivi?
  10. Responsabilità sociale: l'organizzazione si impegna per rispondere alle esigenze dell'ambiente in cui opera e per agire in modo socialmente responsabile?
  11. Lavoro di squadra: all'interno dell'azienda si favorisce il lavoro di squadra oppure no? Si cerca di conciliare il successo individuale con quello del gruppo? Si favorisce un clima di collaborazione?
  12. Fiducia: quanta attenzione dedica l'organizzazione alla costruzione della fiducia? Come viene incoraggiata la comunicazione a tutti i livelli? Ci si impegna per creare un ambiente aperto, onesto, integro e corretto?
Lasciamo a ognuno di voi le considerazioni del caso in base a ciò che succede nei vostri ambienti di lavoro.

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

martedì 26 gennaio 2016

Quanto siete coinvolti in ciò che fate?

Quanto siete coinvolti nel vostro lavoro?

La domanda è quanto mai attuale visto che sembra che, negli ultimi anni, solamente una minoranza di dipendenti sia pienamente impegnata in ciò che fa.
Un recente sondaggio tra i lavoratori inglesi suggerisce addiritttura che oltre l'80 per cento di essi non si impegni al massimo nel lavoro svolto.

Va decisamente meglio con i lavoratori degli Stati Uniti che sono tra i più impegnati al mondo ma anche qui si è rilevato che solo il 20 per cento è davvero appassionato a ciò che fa.  


Avete una minima idea di quanto tutto questo può costare alle organizzazioni? 
Davvero parecchi soldi...pensate che solamente in Inghilterra questi costi si aggirano intorno a 64,7 miliardi di sterline!

In questi anni c'è stato un ulteriore calo dei livelli di impegno, un vero e proprio record negativo se prendiamo come riferimento gli ultimi decenni. 

Gli studiosi hanno scoperto che:
  • il lavoro soddisfa solo la metà delle persone che lo svolge;
  • meno di un lavoratore su dieci non vede l'ora di arrivare sul posto di lavoro per iniziare a svolgere le attività quotidiane e più di un quarto non ha proprio mai la voglia di andare al lavoro;
  • poco meno della metà dei lavoratori intervistati afferma di non vedere il lavoro solamente come "un lavoro" anche se non si sente coinvolta in ciò che fa. Insomma, le persone vorrebbero trovare qualche motivazione forte in ciò che fanno;
  • solo la metà degli intervistati sente di aver raggiunto una buon equilibrio tra vita e lavoro
Se la gente si impegna meno nel mondo del lavoro, le organizzazioni avranno una serie di conseguenze. Tra queste ricordiamo:

  • una minore fiducia nel datore di lavoro che si affianca a un indebolimento della fiducia generale figlio della profonda recessione che stiamo vivendo e delle continue turbolenze economiche. I rapporti tra datori di lavoro e dipendenti sono sempre più tesi, la fiducia nelle istituzioni e nei mercati è seriamente minata e questa sfiducia si è estesa anche all'interno delle  organizzazioni. Oggi le persone sono più inclini ad essere diffidenti che fiduciose e sono meno disposte ad impegnarsi nel lavoro;
  • il rischio a lungo termine è, naturalmente, non riuscire a trattenere all'interno delle aziende le persone migliori. Certo, con i livelli di disoccupazione odierni le persone hanno parecchie difficoltà a spostarsi ma le previsioni degli esperti sono che, non appena il mercato del lavoro migliorerà, ci sarà un fortissimo turnover nelle organizzaizoni che non sono riuscite ad avere dalla loro parte i dipendenti;
  • più sarà lunga questa crisi, più severe saranno le misure adottate dalle aziende per riuscire a sopravvivere e questo metterà ancora più a rischio le relazioni con i dipendenti che tenderanno a fare il minimo necessario per mantenere un posto di lavoro. Il problema, però, è che proprio perché viviamo tempi così diffili, le aziende avrebbero bisogno di ottenere il massimo dalle persone che vi lavorano. Capite ora perché avere collaboratori che si impegnino è così importante per il datore di lavoro? 
E nelle vostre realtà lavorative cosa sta succedendo?
I vertici riescono a motivare le persone oppure vi sembra di vivere davvero in un brutto clima aziendale?

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

lunedì 25 gennaio 2016

Procrastinare fa bene

Vi avevamo appena convinto che procrastinare non fosse la scelta più saggia ed ecco che gli studiosi provano a convincerci del contrario! Non ci credete? leggete questo articolo de: "Il Corriere della Sera" (in fondo alla pagina) e diteci cosa ne pensate. 

Se, poi, volete rileggere la nostra raccolta di articoli su come gestire al meglio il tempo che avete a disposizione, eccovela!

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

venerdì 22 gennaio 2016

Lavorare da casa ed essere più produttivi? Si può!

E' possibile lavorare da casa ed essere più produttivi che in ufficio. Secondo questo articolo del "Corriere della Sera" sì.

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

giovedì 21 gennaio 2016

La ISO 9001:2015 e la gestione dei rischi

L'idea del risk-based thinking, se ci pensate bene, non è così nuova perché, qualsiasi organizzazione minimamente avveduta decida di cambiare qualcosa o di affrontare degnamente un cambiamento derivante dall'ambiente esterno, sa che ci sono scelte da fare, opportunità da cogliere e rischi da analizzare.

Iniziare a pensare tenendo conto anche di rischi e opportunità, dunque, è qualcosa che - in teoria - si è sempre fatto e che appartiene a qualsiasi area aziendale e a qualsiasi suo livello.
Il vantaggio, naturalmente, è che qualsiasi cosa sia associata a un cambiamento - fortemente voluto o in qualche modo subito, non importa - dovreste avere ben poche sorprese se avrete fatto una buona analisi di rischi e delle opportunità.

Per capire bene i vostri rischi, dovrete comprendere a fondo l'organizzazione nella quale lavorate e le problematiche interne ed esterne che deve affrontare.
Dovrete anche avere ben chiare le esigenze di tutte le parti interessate (anche in questo caso interne ed esterne).

Se parliamo di piccole organizzazioni, anche il pensionamento di una risorsa chiave o la perdita di un fornitore importante è qualcosa che può comportare dei forti rischi (ma anche delle ottime opportunità).

A seconda dell'organizzazione nella quale lavorate, dovrete scegliere il livello di analisi del rischio da applicare dato che la ISO 9001:2015 ci lascia in tal senso tutta la flessibilità necessaria per decidere se procedere con un apporoccio di base o con qualcosa di più sistematico e articolato.

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

mercoledì 20 gennaio 2016

Bastone e carota (3)

Ieri ci siamo lasciati chiedendoci quale fosse l'ambiente di lavoro migliore per sostenere i progetti di cambiamento. La risposta è che l'organizzazione migliore per questo tipo di progetti sia quella che si basa sul modello ROWE dove le singole lettere stanno ad indicare "a results-only work environment", cioè un ambiente di lavoro basato solamente sui risultati.
In poche parole, un ambiente nel quale ognuno possa lavorare quando vuole, dove vuole e come vuole con l'unico vincolo di arrivare ai risultati desiderati.

Google, ad esempio, ha la formula "20% time" grazie alla quale un giorno alla settimana le persone possono lavorare su un progetto che ritengono utile per l'azienda.
E' da questa filosofia che sono nati strumenti come Gmail e Google News.

Un progetto del genere ha permesso ai dipendenti di Google di avere la possibilità di fare qualcosa in cui credevano (autonomia), di creare qualcosa di nuovo utilizzando le proprie competenze ed estendendole là dove fosse necessario (possibilità di imparare) e di contribuire al raggiungimento del proprio scopo e di quello dell'organizzazione.

Certo, non tutte le aziende possono permettersi di "sprecare" il 20% del tempo delle proprie risorse umane ma si può iniziare con un 5% e provare a vedere cosa si ottiene.
Ovviamente, prima di imbarcarsi in un progetto del genere, bisogna assicurarsi di aver creato le condizioni ideali affinché le persone possano dare il meglio.

Come procedere, dunque?
Il primo passo sarà quello di identificare le aree aziendali che hanno più bisogno di cambiare e le persone che entreranno a far parte di questo progetto di cambiamento.

Il secondo passo sarà dare a queste persone uno scopo e di seguirle periodicamente per capire come pensano di ottenerlo.

In ultimo, ricordatevi di non archiviare eventuali fallimenti senza soffermarsi sulle motivazioni che li hanno scatenati. Sarebbe un grave errore!
Passate ad una buona analisi delle cause per capire dove avete sbagliato e come fare meglio la volta successiva perché è solo così che si imparara e si è in grado di cambiare davvero.

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

martedì 19 gennaio 2016

Bastone e carota (2)

Leggendo ciò che abbiamo scritto ieri, vi accorgete da soli che il sistema "bastone-carota" è destinato ad implodere se proiettato sul lungo termine perché il cambiamento richiede alle persone skill di un certo livello in grado di allontanarle idealmente dalla situazione attuale per far loro immaginare un futuro differente.
Per riuscirci, bisogna riuscire a liberarsi dai limiti del passato per abbracciare un modo di lavorare spesso completamente differente.

Per dare il massimo in questo sforzo occorre soprattutto una dote fondamentale: la creatività. E difficilmente si può arruolare al proprio servizio la creatività utuilizzando un metodo come quello della ricompensa-punizione.

Dunque cosa motiva davvero le persone che sono potenzialmente in grado di abbracciare e sostenere un cambiamento importante?
"Quality Progress" sostiene che la migliore ricompensa per le persone che sono dotate di quelle caratteristiche fondamentali per essere impiegate in un progetto di cambiamento sia composta da tre fattori:
  1. l'autonomia: la possibilità di fare ciò che ritengono più opportuno per cambiare le cose è importantissima come motivazione intrinseca;
  2. la possibilità di imparare: le persone naturalmente più portate al cambiamento hanno sempre un grandissimo desiderio di apprendere cose nuove e questa potrebbe essere un'altra fonte motivazionale fondamentale per far loro affrontare progetti complessi con lo spirito giusto. Padroneggiare una materia di particolare interesse o sviluppare una certa abilità richiede un ambiente stimolante che permetta alle persone di ritagliarsi dello spazio all'interno della giornata per autoformarsi;
  3. lo scopo: questo è senza alcun dubbio il motivatore più importante per persone di un certo tipo che si facciano la classica domanda: "Perché dovrei collaborare a questo progetto di cambiamento?" Non biosgna, dunque, limitarsi a cercare di convincere i collaboratori a fare quello che anche voi fate ma spiegare loro PERCHE' lo fate. La rivista cita, in particolare, due esempi che ci fanno capire meglio ciò che si intende. Si tratta del motto della compagnia aerea Virgin America che spiega che fa quello che fa per "rendere di nuovo piacevole l'esperienza del volo" e di Apple che è orgogliosa di "pensare in modo diverso". Proprio come le organizzazioni, anche le singole persone hanno un loro scopo nella vita e questo scopo può portarle ad abbracciare il cambiamento o a rifiutarlo. E' responsabilità dei vertici dell'azienda creare un ambiente di lavoro nel quale lo scopo dell'organizzazione possa sincronizzarsi con lo scopo delle persone che dovranno sostenere il cambiamento
E dunque quale tipo di ambiente lavorativo occorre perché le tre condizioni elencate sopra si verifichino?
Lo vedremo insieme domani.

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

lunedì 18 gennaio 2016

Bastone e carota

Torniamo sul discorso della motivazione che deve stare alla base di un progetto che preveda dei cambiamenti all'interno di un'organizzazione con alcune riflessioni che ho letto sull'ultimo numero di "Quality Progress".

La rivista sostiene che i migliori risultati in termini di cambiamento si ottengano, ovviamente, negli ambienti di lavoro dove le persone sono motivate e che la migliore motivazione per un collaboratore non sia quella di svolgere un certo compito ma di portare risultati chiari e misurabili entro la data stabilita. In questo modo si sentirebbe parte del cambiamento e non vittima dello stesso.

Dunque come si fa a spostarsi da un ambiente dominato dalla semplice richiesta di svolgere alcuni compiti ben precisi a un'azienda basata su una filosofia più orientata ai risultati?

Il metodo tradizionale che si è sempre utilizzato per motivare i collaboratori è la coppia "bastone-carota" mediante la quale un lavoratore viene ricompensato se abbraccia il cambiamento e punito se lo osteggia.
Questo metodo lavora essenzialmente su due emozioni tipicamente umane:
  • il desiderio
  • la paura
ma può funzionare solamente a queste condizioni:
  • che la carota sia abbastanza dolce (cioè che la ricompensa sia qualcosa per cui valga davvero la pena impegnarsi);
  • che il lavoro non richieda troppo sforzo e impegno;
  • che le persone siano "affamate" (cioè davvero desiderose di quella ricompensa che si è loro promesso. Infatti, anche se la carota ha funzionato bene una volta, è difficile che mantenga la stessa attrattiva le volte successive);
  • che il cambiamento da apportare richieda poche capacità di alto livello;
  • che le persone vogliano una ricompensa economica più di ogni altra cosa;
  • che si sia certi che la paura di essere puniti non porti a reazioni amplificate da parte dei collaboratori;
  • che il cambiamento debba essere implementato molto in fretta
Tra l'altro, il "bastone" può produrre risultati immediati ma deve essere utilizzato solamente a piccole dosi perché provoca - giustamente - grande stress nelle persone. Per questo dovrebbe davvero essere l'ultima risorsa alla quale ricorrere.

Domani continueremo il discorso. Nel frattempo, se ne avete voglia, ci raccontate cosa ne pensate dell'argomento?

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

venerdì 15 gennaio 2016

Innovazione e ISO 9001 (2)

Dunque come si possono integrare Qualità e innovazione?

Prima di tutto, occorre pensare all'innovazione come ad un vero e proprio processo composto da due fasi:
  • una fase creativa: consiste nel vedere le necessità dei clienti che ancora non siamo riusciti a soddisfare come delle vere e proprie opportunità da identificare e nell'ideare soluzioni ad hoc. Per riuscire al meglio in questa fase, occorre pensare in maniera differente da ciò che si fa di solito ed avere una mentalità aperta. In questo potranno aiutarvi moltissimo i colleghi che, per tradizione o formazione sono più creativi e che, spesso, lavorano nel marketing o in altri dipartimenti dove la creatività rappresneta un valore aggiunto;
  • una fase esecutiva: consiste nello sviluppo della soluzione ideata nella fase precedente. Fate attenzione a non conforndere l'innovazione con il miglioramento. Chi innova porta avanti idee completamente nuove che allontanano l'organizzazione dalla propria quotidianità. Per intenderci, se cambiate gli step di un processo per ottenere gli stessi output in maniera più efficiente, non state innovando ma state semplicemente migliorando le cose. Chi innova costruisce un processo completamente nuovo al quale nessuno prima aveva mai pensato.
(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

giovedì 14 gennaio 2016

Innovazione e ISO 9001

Spesso, leggendo soprattutto le discussioni che troviamo online sui diversi social network, vediamo che molti colleghi nutrono ancora parecchi dubbi su come si possa portare avanti una buona innovazione applicando la ISO 9001.

Anche prima della nuova ISO 9001:2015 che fa dell'innovazione uno dei suoi punti di forza, però, lo standard - se ben applicato - non ha mai impedito di innovare, anzi, è proprio vero il contrario!

Se utilizzati correttamente, infatti, il concetti di base della Qualità possono dare una marcia in più al processo di innovazione.
Molti degli strumenti e delle tecniche utilizzati nella gestione della Qualità, infatti, hanno un'applicazione valida proprio nel campo dell'innovazione, basti pensare al diagramma di Kano, al problem solving o all'analisi dei rischi.

La Qualità ha sempre cercato di soddisfare i requisiti dei clienti e di ridurre gli errori ma oggi i cambiamenti sono all'ordine del giorno e i requisiti variano velocemente, tanto che si rischia di non essere abbastanza pronti per cogliere nuove opportunità offerte dal mercato.
Ecco perché è così importante innovare. Ci saranno sempre necessità dei potenziali clienti che un'organizzazione non è in grado di soddisfare ed è proprio su queste che deve concentrarsi il lavoro degli innovatori, per cogliere le opportunità offerte.

L'innovazione sarà la Qualità di domani.

Domani vedremo come si possono integrare Qualità e innovazione.


(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

mercoledì 13 gennaio 2016

Troppi dubbi sulla garanzia (2)

Ed eccovi le soluzioni del test che abbiamo pubblicato ieri e che è tratto dalla rivista: "Soldi & Dirittti".

1) Risposta c). La garanzia legale dura 2 anni dall'acquisto.
2) Risposta b). Per far valere la garanzia ti devi rivolgere al venditore.
3) Risposta c). Per uno smartphone e qualsiasi altro prodotto fatto all'estero se comprati in Italia sono coperti dalla garanzia legale.
4) Risposta a). Se riparazione e sostituzione non sono possibili, il venditore deve rimborsare il prezzo pagato.
5) Risposta b). Tutte le spese per la riparazione di un prodotto in garanzia (pezzi di ricambio e manodopera) sono a carico del venditore.
6) Risposta a). Per i prodotti comprati online, le spese di spedizione per la riparazione o sostituzione del prodtto difettoso sono a carico del venditore.
7) Risposta b). Se un prodotto in garanzia si rompe, si può chiedere il rimborso solo se la riparazione e sostituzione non sono possibili.
8) Risposta a). Tutte le spese per la riparazione di un prodotto in garanzia sono a carico del venditore.
9) Risposta c). Se il prodotto comprato online arriva danneggiato, hai diritto alla sostituizione o al rimborso se respingi il pacco alla consegna facendo rilevare il danno.

Quante ne avete azzeccate?

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

martedì 12 gennaio 2016

Troppi dubbi sulla garanzia

Quanto ne sappiamo sulla gestione della garanzia?
Per scoprirlo e non diventare facile preda di negozianti senza scrupoli, cerchiamo di colmare le nostre lacune grazie al test che ha pubblicato la rivista "Soldi & Diritti".

1) Qual è la durata della garanzia di legge sui prodotti nuovi?

a) 6 mesi
b) 1 anno
c) 2 anni
d) 3 anni
e) Dipende dal prodotto
f) Non lo so

2) Compri un televisore che dopo un mese non funziona più. Torni dal negoziante che te lo ha venduto che ti dice di rivolgerti al produttore. E' corretto?

a) Sì
b) No
c) Non lo so


3) Hai comprato uno smartphone nuovo in un negozio, ma dopo 13 mesi ha smesso di funzionare. Il negoziante non vuole ripararlo gratuitamente. La sua reazione:

a) E' corretta perché la garanzia per i prodotti hi tech è di un anno
b) E' corretta se la marca del telefonino è americana perché si applicano le regole sulla garanzia in vigore negli Usa
c) Non è corretta: i prodotti comprati in Italia sono coperti dalla garanzia legale di 2 anni
d) Non so se è corretta o scorretta


4) Hai comprato una lavatrice che dopo due settimane si è rotta. Il negoziante ti ha detto che non è riparabile e che non ha più una lavatrice dello stesso tipo con cui sostituirla. Hai diritto al rimborso del prezzo pagato?

a) Sì
b) No
c) Non lo so

5) Se un prodotto si rompe quando è in garanzia, non paghi i pezzi di ricambio ma è a tuo carico la manodopera per la riparazione. E' così?

a) Sì
b) No
c) Non lo so

6) Hai comprato una macchina fotografica online, ma quando ti è arrivata non funzionava. Cosa puoi chiedere?

a) La riparazione o la sostituzione senza pagare le spese di spedizione
b) La sostituzione, ma devo pagare le spese di spedizione
c) Non posso chiedere la sostituzione perché l'ho comprata online
d) Non lo so

7) Il tuo televisore comprato 3 mesi fa non funziona. Puoi chiedere il rimborso?

a) Sì perché è successo entro i primi sei mesi dall'acquisto
b) No, puoi solo chiedere la riparazione o la sostituzione
c) 2 Non lo so

8) Hai comprato una macchina fotografica giapponese in un negozio della tua città, ma dopo 5 mesi hai cominciato ad avere problemi. Il venditore deve mandarla in Giappone per la riparazione. Chi paga la spedizione?

a) Il venditore, tu non paghi nulla
b) Paghi tu, la garanzia non include le spese di spedizione
c) Metà il venditore, metà tu
d)  Non lo so

9) Hai comprato online una chiatarra. Arrivato il pacco non lo hai aperto subito, ma il mattino dopo, scoprendo che la chiatarra era danneggiata. Il venditore si rifiuta di sostituirla o di rimborsarti perché il danno è stato fatto dal corriere. Ha ragione?

a) No, il venditore è responsabile del trasporto e della consegna
b) Sì, sei tu che devi chiedere il rimborso al corriere
c) Sì, perché dovevi controllare la chitarra alla consegna
d) Non lo so

A domani per le soluzioni!

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

lunedì 11 gennaio 2016

Da dove partire per implementare la ISO 9001 per la prima volta?

Recentemente, ho letto una risposta data dal team di "QP" a un lettore che chiedeva da dove partire per implementare la ISO 9001 per la prima volta. Insomma, quale fosse il primo passo.

Ho trovato la risposta molto intelligente e, per questo, ve la propongo.

Utilizzate lo scopo della vostra organizzazione come punto di partenza. Troppo spesso le organizzazioni cercano di soddisfare i requisiti della norma come se questo fosse lo scopo del loro lavoro. Non restare fedeli allo scopo della vostra organizzazione che potrebbe essere - per esempio - fare soldi grazie al prodotto o al servizio che vendete o utilizzare efficacemente le risorse a vostra disposizione per promuovere l'eccellenza della formazione, significherebbe - infatti - che l'organizzazione potrebbe correre il rischio di creare una sorta di competizione tra i requisiti della ISO 9001 e il suo scopo.
Al contrario, utilizzare chi siete nel vostro mondo professionale come punto di partenza per adempiere ai dettami dello standard, vi aiuterà a rimanere focalizzati su ciò che è davvero importante.

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

venerdì 8 gennaio 2016

Come entrare in una stanza in modo professionale

Quando entrate per la prima volta in una stanza dove avete un appuntamento di lavoro (che si tratti di un cacciatore di teste, di un cliente, di un fornitore o altro poco importa) è importante fare una buona prima impressione. Dagli studi che sono stati fatti, infatti, la prima impressione è estremamente importante e non solo nel breve periodo.
Le persone che vi vedranno per la prima volta si formeranno un'impressione su di voi in pochi millisecondi e a vostro favore potrete puntare solamente su: 


- cordialità;
- abilità sociali;
- capacità verbali;
- contatto degli occhi;
- stabilità emotiva;
- piacevolezza dell'insieme

In fin dei conti, nonostante la nostra cultura, siamo animali che annusano costantemente l'ambiente alla ricerca di minacce ma anche di alleati e farsi un'impressione in poco tempo è ciò che è rimasto di questa abitudine atavica che ha fatto sopravvivere la specie nel tempo.  

Una prima impressione, però, non ci porta solamente a giudicare eventuali minacce o opportunità ma anche il calore di una persona, la sua affidabilità, la fiducia che suscita, la sua predominanza a livello sociale. 
Tutte cose che, nel loro insieme, ci portano a capire se il nuovo arrivato ci piaccia o meno.
 

Per tutti questi motivi, entrare per la prima volta in una stanza dove ci sono degli sconosciuti con i quali ci relazioneremo professionalmente è una grande opportunità.Anche se non sarete da soli in quella stanza, prendetevi - dunque - la responsabilità di determinare quale sarà la l'atmosfera al suo interno e iniziate a farlo tramite il contatto visivo.

Non guardate a terra, di lato, attraverso le persone che vi stanno davanti ma guardate tutti negli occhi. 


Gli studi dimostrano che le persone che in queste occasioni mantengono un  livello di contatto visivo alto vengono giudicate molto più favorevolmente rispetto a coloro che non lo fanno.  
Il contatto visivo è un fattore determinante nel successo di un primo incontro professionale perché è proprio attraverso il contatto con gli occhi che raccogliamo le prime informazioni, diamo o riceviamo spunti su come agire e su quando parlare ed esprimiamo intimità (anche in un ambiente professionale).  

Le persone tendono a distogliere lo sguardo da un interlocutore quando viene loro fatta una domanda difficile. Un cambiamento nello sguardo può, dunque, indicare un disagio personale, incertezza, mancanza di controllo o altri aspetti negativi.  
Le persone che hanno il pieno controllo di sé e si sentono sicure  tendono a mantenere il contatto visivo.

Come prima cosa, imparate, dunque, a guardare le persone negli occhi ancora prima di stringere loro la mano e di sorridere. Lo sguardo sarà il vostro biglietto da visita, non dimenticatelo.


(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

giovedì 7 gennaio 2016

ISO 9001:2015 e high-level structure

Nel corso delle ultime settimane, molti amici che seguono QualitiAmo ci hanno contattato per chiederci come la nuova high-level structure della ISO 9001:2015 impatterà sui loro documenti e se dovranno in qualche modo rivederli e rinumerarli a causa di questa nuova struttura della norma.

La risposta è "no" anche se molte organizzazioni, ne siamo certi, sceglieranno questa strada per poter collegare meglio il singolo requisito dello standard al corrispondente documento aziendale. Attenzione, però. Se scegliete questa via, sarete sempre in balia di qualsiasi cambiamento strutturale dello standard perché niente e nessuno ci assicura che questa struttura non cambierà in futuro.

Noi vi proponiamo una strada diversa, che è poi quella più scontata per coloro che vedono nella ISO 9001 uno strumento e non un fine: adattare la norma alla vostra realtà e non viceversa.
Questo significa che i vostri documenti, se funzionano nella quotidianità, sono già perfetti così e non vanno cambiati per adattarli alla nuova struttura. Naturalmente, questa affermazione vale solamente per l'high-level structure e non per altri requisiti che dovranno essere esaminati di caso in caso e che, probabilmente, vi porteranno a ripensare certi processi e la loro documentazione di supporto.

Qualcuno di voi sta già pensando a come procedere e ha già preso una decisione in proposito?

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

martedì 5 gennaio 2016

Riconoscere una buona organizzazione durante un colloquio

Quando avete la possibilità di svolgere un colloquio di lavoro presso l'organizzazione che potrebbe assumervi, dovete prestare particolare attenzione ai segnali che potrebbero far pensare a un futuro datore di lavoro poco appetibile.

Se, ad esempio, l'azienda è afflitta da un turnover alto, è segno che le persone non si trovano bene a lavorare lì, magari perché mancano prospettive di carriera, o perché non si guadagna abbastanza o - ancora - perché non c'è un ambiente sereno.
Informatevi discretamente su quante persone abbiano abbandonato l'azienda negli ultimi anni e su quali percorsi di carriera abbiano fatto e poi imbastite le vostre riflessioni.
Un modo efficace per raccogliere informazioni è quello di usare LinkedIn per cercare chi ha lavorato nell'azienda e per quanto tempo. Potete addirittura spingervi a contattare qualcuna di queste persone per raccogliere qualche informazione ma state molto attenti a come vi muovete.

Anche l'etica, naturalmente, è importantissima.
Raccogliete anche in questo caso informazioni sull'organizzazione e cercate di capire se le sue politiche sono il frutto di scelte di un certo tipo oppure no.

Un altro aspetto da tenere in considerazione è l'utilizzo delle risorse.
Se vi verrà affidato un certo lavoro da svolgere, dovete avere la certezza di poter contare sulle risorse necessarie per svolgerlo bene. Non abbiate, dunque, timore di informarvi su cosa si aspetta l'azienda e su come intende supportarvi nell'eventualità che voi siate il candidato prescelto per svolgere le mansioni indicate per la posizione.

L'ultima cosa fondamentale alla quale dedicare grande attenzione è la cultura che vige in azienda.
I sintomi di una cattiva cultura appaiono sotto molteplici forne, dunque siate sempre pronti a coglierli osservando l'ambiente che vi circonda e preparatevi anche a fare le domande giuste per cercare di intuirla.

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

lunedì 4 gennaio 2016

Le documented information obbligatorie per la ISO 9001:2015

La ISO 9001:2015 richiede che ogni organizzazione abbia, almeno, le seguenti documented information (ex documenti):
  • indicazione dello scopo del Sistema Qualità (punto 4.3)
  • informazioni necessarie per supportare i processi (punto 4.4.2)
  • politica per la Qualità (punto 5.2.2.)
  • obiettivi della Qualità (punto 6.2.1)
  • controllo dei prodotti e servizi (punto 8.5.1)
 oltre a queste (ex registrazioni)
  • misurazione e monitoraggio delle risorse (punto 7.1.5.1 e 7.1.5.2)
  • competenze del personale (punto 7.2)
  • pianificazione e controllo (punto 8.1)
  • riesame dei requisiti relativi ai prodotti e ai servizi (punto 8.2.3.2)
  • input della progettazione e sviluppo (punto 8.3.3)
  • controlli della progettazione e sviluppo (punto 8.3.4)
  • output della progettazione e sviluppo (punto 8.3.5)
  • modifiche della progettazione e sviluppo (punto 8.3.6)
  • prodotti e servizi forniti dall'esterno (punto 8.4.1)
  • tracciabilità (punto 8.5.2)
  • proprietà dei clienti o di altri esterni (punto 8.5.3)
  • controllo delle modifiche (punto 8.5.6)
  • rilascio di prodotti e servizi (punto 8.6)
  • controllo degli output dei processi, dei prodotti o dei servizi non conformi (punto 8.7.2)
  • monitoraggio, misurazione, analisi e valutazione (punto 9.1.1)
  • audit interni (punto 9.2.2)
  • riesame della Direzione (punto 9.3.3)
  • non conformità e azioni correttive (punto 10.2.2.)
(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)