lunedì 9 novembre 2009

Leadership, valori etici e dissonanza cognitiva

David Norman Dumville nel 1997 scrisse questo testo che vi sottoponiamo per un vostro giudizio su contenuti e attualità:

Business is business.
La questione dell'etica degli affari può essere fonte di molte dissonanze cognitive (n.d.r. cioè di una mancata corrispondenza tra il comportamento e gli atteggiamenti, le credenze e i pensieri che una persona ha) per la maggior parte dei manager, specie quando l'etica personale si scontra direttamente con gli standard etici (o con la loro totale mancanza!) nell'impresa presso la quale lavorano.

Un manager non deve solo prendere decisioni e risolvere problemi, in coerenza con le politiche di impresa, ma dovrebbe, per un'ovvia pace, e serenità interiore, prendere decisioni appropriate per la sua morale.
E' possibile un compromesso simile?

Anzitutto occorre notare che la maggior parte delle decisioni manageriali non cadono certamente nelle categorie morali "giusto-sbagliato".

A volte i manager si trovano di fronte a decisioni che, se prese, vanno a beneficio dell'impresa e non sono illegali, ma possono creare tensioni morali.
E' però vero anche l'opposto e, cioè, che a volte i manager possono decidere per un percorso di azione che porta a una soddisfazione etica maggiore, ma che lasciano l'impresa in una situazione competitiva, economica o organizzativa più delicata.
E qui sorge il dilemma etico: in quale punto di questo continuum etico ci si deve posizionare per essere fedeli alla propria etica personale e, al contempo, mantenere un approccio professionale verso l'impresa nel suo insieme?

Una chiave generale per trovare il giusto compromesso etico consiste nella ripetuta considerazione delle implicazioni etiche anche nelle decisione di tutti i giorni.
Il considerare le implicazioni etiche di ciascuna decisione permette di comprendere il proprio livello etico soddisfacente.
Col tempo e con l'allenamento, le decisioni appariranno in modo più chiaro come etiche o non etiche.
Inoltre, ciò crea una maggiore consapevolezza anche tra i colleghi e il numero di azioni scorrette, da un punto di vista etico, diminuirà drasticamente.

Ovviamente, trovare questo equilibrio tra "business is business" ed etica personale non è uno sforzo banale.
L'abilità nel percepire e giudicare correttamente una simile situazione deve essere sviluppata e messa a punto col tempo e l'equilibrio non è impossibile da mantenere, se rinforzato da pratiche gestionali etiche, da una cultura d'impresa impostata sui valori e sulla dimensione dell'etica degli affari.


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