martedì 11 dicembre 2012

Numerare le parti

Quando si identifica una parte con un codice, solitamente se ne sceglie uno nel quale ogni cifra/lettera abbia un significato specifico. Ad esempio, una lettera potrebbe identificare il colore mentre due cifre potrebbero indicare la grandezza e così via.

Quando si utilizza un sistema di codifica di questo tipo, ovvero un codice parlante, si è in grado, semplicemente leggendola, di avere ben chiara in testa la descrizione del nostro oggetto.

Questo modo di procedere ha però tre limiti:

1) spesso i nuovi assunti faticano ad imparare il sistema di codifica
2) nuove parti possono mal adattarsi a un sistema di codifica creato molto tempo prima
3) è facile fare errori di data entry dato che questi codici sono costituiti da lettere e numeri

Abbiamo poi un altro sistema di codifica, non supportato da un codice parlante. In questo secondo caso lettere e numeri non hanno un particolare significato e, spesso, si segue una logica numerica sequenziale.

Esaminando i tre limiti visti prima, in questo caso vediamo che due vengono facilmente superati:
1) non c'è un sistema di codifica da imparare
2) le nuove parti possono essere facilmente aggiunte in maniera sequenziale

L'unico svantaggio, in questo caso, è che parti simili possono avere codici completamente differenti.

Continueremo il discorso domani. Nel frattempo, ci dite quale tipologia di codifica utilizzate nelle vostre organizzazioni?

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