mercoledì 19 aprile 2017

Lavoro e social

(Fonte: "Corriere Innovazione")

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Un  dato  su tutti:  l’8,4%  dei  candidati  ha trovato  nel  2015  lavoro  grazie ai social network (+1,4% rispetto al 2014). Stiamo parlando di numeri  ancora  minoritari  e per di più focalizzati su alcune figure professionali ma il dado è  tratto.  

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I  dati  rivelano  che  LinkedIn è  utilizzato  da  chi  cerca  occupazione  soprattutto  per  scopi
pratici  (diffusione  del  curriculum vitae, sviluppo dei contatti  professionali  e  ricerca  di annunci)  mentre  Facebook viene  preferito  per  scopi  sociali  come  controllo  della  reputazione dei datori di lavoro, personal  branding  e ricerca di potenziali  contatti.  Nel  complesso  però  LinkedIn  rimane
la piattaforma preferita dai selezionatori per qualsiasi attività.  E  in  sede  di  colloquio  il 32%  dei  selezionatori  dichiara di porre domande ai candidati sulla  loro  presenza  sui  social media e il 28% dichiara di aver scartato almeno una persona a causa  di  contenuti  pubblicati online.
Un  recruiter  oggi  arriva  ad avere  molte  più  informazioni di  quante  il  candidato  stesso possa immaginare o possa desiderare  di  voler  condividere.
Sappiamo  anche  quali  sono  i motivi più comuni per l’esclusione  online:  la  presenza  di
informazioni che contraddicono il curriculum vitae, una valutazione negativa della personalità e la pubblicazioni di immagini  improprie  o  inopportune. «Al contrario la presenza di  opinioni  politiche  espresse dai  candidati  —  (...) — si è rivelata irrilevante  per  i  selezionatori».  È
interessante  annotare  anche come  chi  gestisce  un  blog  abbia maggiori probabilità di essere contattato online, così come  coloro  che  fanno  riferimento nel proprio Cv ai propri profili  presenti  sui  social.
La  conclusione  potrà  sembrare  paradossale  ma  oggi grazie al web i reclutatori cercano  i  candidati  e  contemporaneamente  i  candidati  cercano  di  essere  reclutati.  E  contrariamente  a  quanto  si  può pensare  non  esistono  distinzioni  tra  colletti  blu  o  impiegati,  middle  o  top  manager.
Questo sia perché sono in forte trasformazione le stesse categorie  professionali  sia  perché  —  (...)  — possiamo  tranquillamente  affermare che è online la totalità della forza lavoro». Di fronte a
queste novità, che contengono come  visto  molte  opportunità e  qualche  rischio,  qual  è  la
strategia migliore da adottare?
Il  suggerimento  che  si tende a dare a selezionatori e candidati è di  combinare  l’attività  online
con  quella  offline.  Il  web  tende  a  privilegiare  settori  come l’information technology, la ricerca  e  sviluppo,  amministrazione, finanza, comunicazione istituzionale  e  public  relations.  Mentre  l’offline  resta ancora  il  terreno  migliore  per chi si propone nei settori della produzione  e  della  logistica.

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