martedì 16 novembre 2010

I sistemi pensanti (2)

Terminiamo il discorso iniziato ieri sui sistemi pensanti.

Un sistema che possa realmente definirsi come "pensante" è un sistema che studia bene tutte le interazioni e le dipendenze tra i sottosistemi che lo compongono perché, se una sola di queste parti non funziona o funziona male, va ad impattare sul sistema nella sua interezza.
Per lo stesso motivo, un sistema pensante si considererà parte di un sistema più ampio che comprende fornitori, clienti, utenti, concorrenti, consulenti, governi, società, ecc.

La necessità di avere sottosistemi più efficienti e ottimizzati è all'origine di molti dei problemi che si sviluppano all'interno di un sistema. Come afferma Peter Senge, infatti, "per avere successo all'interno di un sistema è necessario che tutte le sue parti raggiungano lo stesso successo".

Occorre, poi, ricordare che ogni piccolo cambiamento in un sottosistema o nelle sue interrelazioni con gli altri sottosistemi può creare conflitti o malfunzionamenti.

Scopo
Un sistema è guidato dal suo scopo e dai suoi obiettivi (un'auto progettata per consumare poco carburante avrà un system thinking di riferimento diverso da quello di una macchina da corsa).

Input
Ogni sistema dipende dalla qualità degli input che riceve dagli altri sistemi (fornitori, servizi, materie prime, documenti, ecc.)

Processi a valore aggiunto
Ogni sistema deve essere progettato per aggiungere valore agli input che riceve e per fornire risultati che abbiano valore aggiunto.

Risultati
I risultati raggiunti da un processo vanno misurati rispetto agli obiettivi, alla soddisfazione dei clienti, agli standard qualitativi, alle performance della concorrenza, ecc.


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