Vi ricordate quando discutevamo di pensiero laterale? Bene, provate a leggere gli stralci di questo articolo che ho trovato la settimana scorsa e che parla proprio di questo modo di pensare "alternativo".
La notizia è che abbiamo sbagliato tutto. Se viviamo un momento di crisi, economica e non solo, forse è perché non abbiamo adottato l'approccio giusto.
A dirlo è John Kay, uno dei più eminenti economisti inglesi.
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Secondo Kay, affrontare di petto le questioni o raggiungere uno scopo seguendo la via più diretta, non sono i modi migliori per arrivare al traguardo.
Il motivo? La realtà è molto complessa e i fattori in gioco sono sempre troppo numerosi o difficili da tenere sotto controllo. Quindi (...) pensare in maniera obliqua (...) sarebbe il miglior modo per raggiungere la felicità.
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Kay sostiene che le imprese di maggior successo sono quelle guidate da persone non ossessionate dal denaro (...) e che, per salvaguardare meglio la vita delle foreste, non bisogna spegnere tutti gli incendi, ma decidere caso per caso (è la politica adottata, dopo anni di strategie fallimentari, dal National Park Service americano)."
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"Professore, come si ragiona in maniera obliqua?"
"Risolvendo i problemi non dopo aver valutato tutte le opzioni possibili, ma scegliendo da una gamma ristretta.
Di solito, chi prende buone decisioni non lo fa perché dimostra di avere conoscenze enciclopediche, ma perché riconosce i suoi limiti."
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"Lei non parla solo agli economisti...."
"Il mio modello si può applicare agli individui come alle imprese, alla felicità come alla ricchezza.
Il concetto è semplice: si tratta di affrontare obiettivi complessi avvicinandosi indirettamente, anziché correre verso di loro a testa bassa. Le aziende più redditizie non sono ossessionate dal guadagno, ma si concentrano sullo sviluppo di competenze, sul miglioramento dei servizi ai clienti, sui nuovi prodotti."
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"La ragione è semplice: mettono al centro il loro lavoro. E, nel frattempo, producono denaro e benessere."
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"Il pensiero obliquo dice: non possiamo sapere né prevedere tutto, quindi dobbiamo usare solo ciò che conosciamo nel modo migliore possibile."
(Fonte: "Grazia")
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