martedì 5 novembre 2013

Cose da sapere sugli stage (2)

Continuiamo a leggere l'articolo tratto dalla rivista "D" per orientarci meglio nel mondo degli stage.
Oggi capiremo come funzionano i tirocini all'estero.

"Viene da Usa e Inghilterra l'ultima polemica contro gli stage gratuiti che sarebbero discriminatori, anzi, doppiamente discriminatori perché, pur ormai necessari per entrare nel mondo dei lavori più remunerativi e per cominciare a mettere piede in certi ambienti di prestigio, sarebbero - in realtà - alla portata solo di tirocinanti privilegiati, quantomeno con famiglie abbienti alle spalle."

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"Conferma l'inglese Paul Redmond, presidente dell'Association of Graduate Careers Advisory Services che spiega che in Inghilterra è difficile che si sfruttino gli studenti perché l'istituzione universitaria è coinvolta e fa da intermediario. 
Esistono delle regole.

Il problema nasce coi laureati e con le aziende che offrono stage, che - a questo punto -non sono più stage, a giovani che sono già - a tutti gli effetti - sul mercato del lavoro. 
Non è solo questione di dignità del singolo, è giustizia sociale: solo i figli dei ricchi possono permettersi stage non pagati. 
Quando un recruiter preferisce un candidato che ha fatto percorsi non retribuiti a uno che non ha potuto fare esperienze lavorative di rilievo, magari perché lavorava in un bar per pagarsi gli studi, sta compiendo due errori: da un lato discrimina i non abbienti, dall'altro si nega la possibilità di scegliere in una rosa ben più ampia di candidati."

"Diversa ancora la situazione in Estremo Oriente, eden professionale ambito da molti giovani connazionali. Qui il vero stipendio è la possibilità di spingersi sempre più a Est ma passando dalla porta sul retro.
Lo stage è l'escamotage per addentrarsi in paesi difficili e costruirsi una carriera. La retribuzione è bassa, ma l'esperienza consente nuove conoscenze professionali e umane, un discreto e non eccessivo impegno lavorativo, una crescita e un divertimento stile Erasmus. 
I dati confermano il flusso: secondo la Fondazione Migrantes, nel 2013 sono stati registrati in Asia 3.500 italiani residenti in più rispetto all'anno prima e il paese più interessato è, neanche a dirlo, la Cina, dove sono soprattutto i giovani sui 30 anni a scegliere un tirocinio che si trasformerà in uno stipendio annuo di 37 mila dollari per il 20% di loro."

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"La legge cinese vieta che lo stage sia retribuito, ma sono previsti un bonus di circa 500 dollari, vitto, alloggio e la possibilità concreta che lo stage si trasfromi in un posto fisso. 
Il 60% dei tirocinanti riceve poi proposte di lavoro ma solo il 40% accetta, molti tornano per finire gli studi.

Non c'è solo la Cina. Il 64,3% delle imprese sudcoreane esprime il desiderio di arruolare studenti stranieri in organico. I settori aperti sono quelli degli affari internazioneli, dello sviluppo tecnologico, del marketing; di solito il periodo è di 6 mesi, il contributo economico può arrivare a 900 euro."

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