mercoledì 20 gennaio 2016

Bastone e carota (3)

Ieri ci siamo lasciati chiedendoci quale fosse l'ambiente di lavoro migliore per sostenere i progetti di cambiamento. La risposta è che l'organizzazione migliore per questo tipo di progetti sia quella che si basa sul modello ROWE dove le singole lettere stanno ad indicare "a results-only work environment", cioè un ambiente di lavoro basato solamente sui risultati.
In poche parole, un ambiente nel quale ognuno possa lavorare quando vuole, dove vuole e come vuole con l'unico vincolo di arrivare ai risultati desiderati.

Google, ad esempio, ha la formula "20% time" grazie alla quale un giorno alla settimana le persone possono lavorare su un progetto che ritengono utile per l'azienda.
E' da questa filosofia che sono nati strumenti come Gmail e Google News.

Un progetto del genere ha permesso ai dipendenti di Google di avere la possibilità di fare qualcosa in cui credevano (autonomia), di creare qualcosa di nuovo utilizzando le proprie competenze ed estendendole là dove fosse necessario (possibilità di imparare) e di contribuire al raggiungimento del proprio scopo e di quello dell'organizzazione.

Certo, non tutte le aziende possono permettersi di "sprecare" il 20% del tempo delle proprie risorse umane ma si può iniziare con un 5% e provare a vedere cosa si ottiene.
Ovviamente, prima di imbarcarsi in un progetto del genere, bisogna assicurarsi di aver creato le condizioni ideali affinché le persone possano dare il meglio.

Come procedere, dunque?
Il primo passo sarà quello di identificare le aree aziendali che hanno più bisogno di cambiare e le persone che entreranno a far parte di questo progetto di cambiamento.

Il secondo passo sarà dare a queste persone uno scopo e di seguirle periodicamente per capire come pensano di ottenerlo.

In ultimo, ricordatevi di non archiviare eventuali fallimenti senza soffermarsi sulle motivazioni che li hanno scatenati. Sarebbe un grave errore!
Passate ad una buona analisi delle cause per capire dove avete sbagliato e come fare meglio la volta successiva perché è solo così che si imparara e si è in grado di cambiare davvero.

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