martedì 15 giugno 2010

Parliamo di ROI (Return On Investment)

Torniamo sull'argomento del ROI (di cui abbiamo dato la definizione qui) prendendo al volo l'input che ci fornisce un trafiletto pubblicato sul penultimo numero di Quality Progress, la rivista edita da ASQ.

QP inquadra l'argomento elencando i motivi che spesso portano i manger ad essere scettici nei confronti dell'argomento:

- l'esperienza insegna che a volte i ritorni reali sono sensibilmente inferiori a quelli attesi
- i grandi investimenti di capitale e risorse che prevedono un piano di ritorni spalmato su più anni sono rischiosi perché, nel frattempo, possono mutare le condizioni economiche e quelle dei mercati

Ci sono molti metodi per calcolare il ROI di un progetto, il più comune è quello di stimare in quanto tempo si ripagherà. Per farlo occorre semplicemente calcolare il numero di anni necessari per risparmiare una cifra uguale al costo dell'intero progetto.

Uno dei difetti di questa metodologia, però, è quello di non tenere conto dei successivi risparmi ottenuti dal progetto una volta raggiunta e colmata la cifra del costo di partenza.

Un altro difetto macroscopico è che questa metodologia non ci permette di fare un confronto sereno tra diversi progetti simili per scegliere il migliore. Alcuni progetti che si ripagano in fretta, ad esempio, potrebbero non rappresentare un investimento così vantaggioso sul lungo periodo mentre altri più lenti nel ricostituire l'investimento iniziale potrebbero portare a risparmi sostanziosi perché prolungati nel tempo.

Un metodo migliore per stimare il ROI è quello di partire dal Net Present Value (NPV) di un progetto. Il Net Present Value considera il valore nel tempo del denaro investito. I flussi di cassa futuri sono considerati tenendo presente il costo del capitale (che è uguale o maggiore al costo del prestito ottenuto dalla banca).

Facciamo un esempio pratico: il Responsabile Qualità considera vantaggioso sostituire una vecchia macchina che genere una grande mole di scarti.
Ci si aspetta che la macchina, dal costo di 125.000 euro, resti abbastanza efficiente per 5 anni.
Gli scarti risparmiati ammonteranno alle cifre riportate nella nostra tabellina (non appena la macchina inizierà ad ususrarsi, la percentuale di risparmio diminuirà):

ANNO    CASH FLOW
0              - 125.000 euro (spesa acquisto macchina)
1              80.000 euro di scarti in meno (risparmio sugli scarti)
2              80.000 euro di scarti in meno (risparmio sugli scarti)
3              72.000 euro di scarti in meno (la macchina inizia a usurarsi)
4              61.000 euro di scarti in meno (il risparmio diminuisce ancora)
5              39.000 euro di scarti in meno (ultimo anno di diminuzione degli scarti)

Il tasso di interesse è del 10%.

La formula da utilizzare per il nostro calcolo in questo caso è la seguente:

NPV = investimento + risparmio primo anno/(1+10%) + risparmio secondo anno/(1+10%) + risparmio terzo anno/(1+10%) + ecc. dove (1+10%) andrà elevato alla potenza corrispondente all'anno (il primo anno sarà elevato alla prima, il secondo anno sarà elevato alla seconda, ecc.)


La nuova macchina dovrebbe eliminare 332.000 euro di sprechi ma a questa cifra bisognerà sottrarre l'investimento iniziale di 125.000 euro.
Il netto risparmiato in 5 anni sarà, dunque, di...quanti euro?

Chi è capace di eseguire e spiegare questo semplice calcoletto per decidere se l'acquisto del macchinario è vantaggioso oppure no?

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