giovedì 20 gennaio 2011

Gestire le tensioni tra i collaboratori

Chiunque si sia trovato a gestire dei collaboratori sa bene che è quasi impossibile che persone, spesso molto diverse tra loro, non trovino motivi per avviare un conflitto, magari silente, che porterà inevitabilmente gravi problemi nella gestione dei rapporti.

Cosa fare, dunque, quando si lavora insieme a persone che non si sopportano?
Prima di tutto bisogna affrontare il problema perché negarlo o minimizzarlo farà solo in modo che i nostri collaboratori risultino frustrati, cerchino un nuovo lavoro, dei nuobi alleati per cambiare i rapporti di forza all'interno del gruppo o, peggio ancora, esasperino ulteriormente i toni.

Una volta riconosciuto il problema, potreste parlare separatamente con i due colleghi e spiegare loro come intendete risolvere la cosa.
Ad esempio, potreste usare queste parole: "Claudio, ho deciso di parlarti a tu per tu per trovare insieme una soluzione per gestire l'evidente tensione che c'è tra te e Cristina che pregiudica il vostro modo di lavorare insieme. Ovviamente farò la stessa cosa con lei...
Prima di tutto, dunque, vorrei ascoltare la tua versione dei fatti per confrontarla con quella che mi darà Cristina. In un secondo tempo vi riporterò singolarmente i reciproci feedback e poi proveremo a parlarci tutti insieme.
In questo modo dovremmo essere in grado di sviscerare tutti i problemi per poterli affrontare uno alla volta. E' tutto chiaro?"

Cercate, poi, di portare il discorso su ciò che Claudio è disposto a fare per ridurre la tensione con Cristina e su ciò che si aspetta che faccia la collega. Ovviamente farete la stessa cosa con l'altra parte.

A questo punto, dopo aver riferito i reciproci punti di vista ai vostri due interlocutori, siete pronti per condurre una riunione a tre che servirà a stemperare del tutto i toni. Per far sì che tutto proceda per il meglio, impostate le seguenti due regole:

1) questo è il momento per dirsi tutto quindi non bisogna tenersi dentro nulla
2) tutto ciò che direte dovrà essere pensato nello spirito di una critica costruttiva. Questo non è il momento per attaccare e difendersi ma per collaborare

Non preoccupatevi se all'inizio dell'incontro le due persone si rivolgeranno a voi, in veste di mediatore, invece che al collega. E' normale. Semplicemente interrompete la discussione ogni volta che si parlerà utilizzando la terza persona e spingete i vostri collabporatori a rivolgersi uno all'altro, cercando di convincerli a parlarsi come se voi non ci foste.

Una volta stemperati i toni e chiarite le posizioni, potrete concludere l'incontro in questo modo: "Cristina, Claudio ora avete ascoltato l'altra versione dei fatti e sapete come si sente il vostro collega. Io non pretendo che diventiate uno il migliore amico dell'altra ma che vi rispettiate e vi parliate per evitare incomprensioni. 
Voglio terminare questa chiacchierata facendovi due domande: 
1) ho la vostra parola che vi parlerete per cercare di risolvere i problemi piuttosto che arroccarvi su posizioni estreme? 
2) Siete consci che la prossima volta che dovrò intervenire per dirimere un problema tra voi non potrò essere così comprensivo come sono stato oggi?"

Vi è mai capitata una situazione del genere? Come l'avete gestita?

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

Nessun commento: