giovedì 7 settembre 2017

Contro la sindrome da rientro funziona la gratificazione

(Fonte: "La Stampa")

In  questo  momento  milioni di  italiani  sono  alle  prese con fastidiosi disturbi. È la sindrome da rientro. Il ritorno alla routine, con le ansie da lavoro  e  gli  obblighi  familiari, non lascia scampo.

Depressione

Le avvisaglie appaiono  già  a  inizio  agosto. Non a caso si parla di «August blues», uno spleen stagionale, legato al pensiero che l’estate, già nel suo fulgore, sta per terminare. Al rientro, così, molti lamentano  una  persistente sensazione di malinconia.

Dolori.  

Nel  post-vacanze si registra anche un picco di disturbi  gastrointestinali.
Secondo gli esperti dell’«Italian Group for the study of Inflammatory  Bowel  Disease» (Ig-Ibd), è questo lo scotto da pagare per i viaggi e le sregolatezze che ci si è concessi. Le cause sono varie. «La diarrea del viaggiatore - osservano -colpisce  soprattutto  chi  è stato  in  aree  subtropicali  e che non ha prestato adeguata attenzione a ciò che ha mangiato e bevuto». E poi ci sono gli  eccessi  in  cui  si  è  caduti.
Sotto accusa un’alimentazione disordinata.


Sonno.  

Vacanze  e  riposo vanno di rado a braccetto. Anzi, in ferie si tende a stravolgere le abitudini notturne: c’è chi dorme tutto il giorno e a tutte le  ore  e  chi  sacrifica  il  sonno per trascorrere notti brave. Il più delle volte, così, si rientra più  stanchi  di  prima.  Il  rimedio-base - spiegano gli specialisti  -  è,  qualche  giorno  prima dal rientro, riabituare l’organismo a seguire i giusti ritmi. 

Emicrania.  

C’è  chi  ne  soffre al solo pensiero di riprendere la vita standard. E chi paga il prezzo di vacanze sfrenate.  Alimentazione  sbagliata, troppo alcol e una serie di notti in bianco possono essere fattori scatenanti.

Stress.  

In  questo  disturbo, tanto vago quanto ampio, rientra una serie di sintomi molto temuti:  sensazione  di  stordimento  e  confusione,  oltre  a un’«attivazione neurofisiologica» che si manifesta con tachicardia, iper-sudorazione, dolori  muscolari,  irritabilità.  «Si avverte lo stress - spiega Giandomenico  Bagatin,  psicoterapeuta e autore del saggio “Riprenditi il tuo Tempo” - perché
non si riesce ad appagare i propri bisogni». Troppo stridente è la differenza tra il «prima» e le attese maturate, da una parte, e il presente dall’altra.


Contromisure.  

Se  gli  attacchi di infelicità sono in agguato, la buona notizia è che la sindrome da rientro si può affrontare. Il tempo di compensazione è sette giorni. «Occorre darsi le corrette priorità -consiglia  Bagatin  -  cercando di  capire  quello  che  davvero desideriamo  e  mettendolo  in ordine». Significa - aggiunge -«fare un programma serio di gestione del tempo, trovando gli spazi per fare le cose a cui
teniamo».  Non  solo  obblighi, quindi, ma mantenere aperta una strada personale «dedicata alla gratificazione». E, inoltre, ci si aiuta con l’alimentazione. «Per il recupero - dice Luca  Piretta,  specialista  in scienze della nutrizione - bisogna  cominciare  dalla  prima colazione. E, oltre al cibo, conta l’acqua: meglio quella ricca di minerali. Così si recuperano i sali persi».


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