giovedì 26 giugno 2008

Il rapporto Senpai-Kohai in Giappone

Gran parte delle pagine relative alla Qualità sono state scritte da aziende giapponesi ecco perché oggi vogliamo parlarvi, prendendo spunto da uno splendido saggio di Patrizia Corgiat, del rapporto che esiste nelle aziende giapponesi tra il Senpai e il Kohai.

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Il significato letterale delle due parole è:
Senpai: anziano, superiore
Kohai: giovane, inferiore

La relazione Senpai-Kohai è legata ai rapporti che intercorrono fra
persone di diversa età, esperienza, posizione sociale o potere.
Senpai è una persona che precede o guida e implica che coloro che lo
seguono, i Kohai, siano i suoi compagni nella stessa attività, carriera od
organizzazione.

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Da “Sol Levante” di Michael Crichton:
Dialogo fra John Connor, capitano dei Servizi Speciali in pensione e
profondo conoscitore della cultura giapponese e Peter J. Smith, agente
di collegamento dei Servizi Speciali.

Connor sorrise.
“Sono sicuro che se la caverà benissimo”, disse. “Probabilmente non
avrà alcun bisogno di me. Ma se dovesse trovarsi in difficoltà io dirò:
“Forse posso aiutarvi io”. Sarà il segnale che le redini passano a me. Da
quel momento lasci che sia io a parlare. Sarà meglio che non apra più
bocca, anche se si rivolgeranno a lei. Okay?”

“Okay.”

“Magari le verrà voglia di dire qualcosa, ma non si lasci coinvolgere.”

“Ho capito.”

“Inoltre, non si mostri sorpreso, qualsiasi cosa io faccia. Qualsiasi
cosa.”

“D’accordo.”

“Non appena subentro io, lei si sposti leggermente alle mie spalle, alla
mia destra. Non si sieda. Non si guardi attorno. Non dia mai
l’impressione di distrarsi. Tenga presente che loro, a differenza di lei,
non appartengono alla cultura del bombardamento televisivo. Sono
giapponesi. Tutto quello che lei farà, ai loro occhi avrà un significato.
Ogni dettaglio del suo aspetto e del suo comportamento avrà un suo
peso… su di lei, sul dipartimento di polizia e su di me, in qualità di suo
superiore e Senpai.”

“Va bene capitano.”

“Domande?”

“Che cos’è un Senpai?”

Connor sorrise.
“In Giappone”, spiegò, “un Senpai è un uomo di esperienza che guida
un uomo più giovane, chiamato Kohai. Il rapporto Senpai-Kohai è
molto comune. Spesso si dà per scontata l’esistenza di un tale rapporto
ogni volta che si vede un giovane lavorare con un uomo più anziano.
Probabilmente lo penseranno anche di noi due.”

“Una sorta di mentore e allievo?”, chiesi.

“Non proprio”, disse Connor. “In Giappone il rapporto Senpai-Kohai
ha una sfumatura diversa. Più vicina alla funzione di un padre
affettuoso: ci si aspetta che il Senpai sia indulgente nei confronti del
Kohai e chiuda un occhio davanti alle intemperanze e agli errori
giovanili del suo protetto.” Sorrise. “Ma sono certo che lei non
combinerà niente del genere.”

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Il sistema gerarchico giapponese non è da intendere come la gerarchia occidentale. E', piuttosto, una strutturazione del gruppo che è l'unità principale della società giapponese.
Nakane sostiene che: “Non bisogna confondere la gerarchia giapponese con quella
occidentale, come se fossero equivalenti i rapporti di forza e le strutture sociali: il fine ultimo della gerarchia giapponese è la costituzione del gruppo. Gruppo, che può essere di lavoro, di studio o familiare.”
Perciò l'individuo giapponese tende nelle presentazioni a specificare l'azienda,
l'istituto, la scuola o la famiglia, quindi il gruppo, a cui appartiene prima di
ogni cosa, mentre l'occidentale dichiara immediatamente il proprio mestiere e
qualifica.

Nella cultura giapponese esiste una forma d’ordine, a cui gli occidentali non
sono abituati, in cui è vero che l’individuo è vulnerabile e l’individualità non
viene incentivata, ma esiste una sensibilità collettiva che dà l’impressione di
avere a che fare con una sorta di ‘persona multipla’.
La gerarchia non ha quindi lo scopo di proclamare la supremazia di un
individuo sugli altri, ma di stabilire i compiti all'interno del gruppo
, in cui il
valore dominante è l'armonia, che si manifesta nella gratitudine e lealtà, nei
sentimenti di benevolenza e di comprensione del capo nei confronti dei suoi
subordinati.

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Un attento esame della relazione Senpai-Kohai all’interno di un’azienda può
essere utile per comprendere la realtà quotidiana, da cui è presa l’immagine
ideologica di gerarchia, permette di capire lo stile della leadership e illustra
come le regole dei Senpai consentano il perfetto inserimento nella realtà
aziendale dei nuovi arrivati.

L’approccio giapponese è esattamente il contrario della tendenza occidentale
a minimizzare la differenza di età
nel tentativo di creare un rapporto paritario, in cui non è detto che si realizzi la reciproca soddisfazione fra anziani e giovani.

Il giapponese ha, per tradizione e per lingua, una predisposizione naturale
verso le relazioni che coinvolgono persone di età differente e la gerarchia di
età all’interno di un’azienda non è solo al servizio degli obiettivi
dell’organizzazione, ma può diventare il presupposto per instaurare fra le parti
intimità e coinvolgimento emozionale e rafforzare le motivazioni, che stanno
alla base del rapporto Senpai-Kohai nel mondo del lavoro.

Le relazioni Senpai-Kohai si riscontrano a tutti i livelli di una organizzazione
aziendale, ma si sviluppano e si consolidano nei primi 4 o 5 anni di lavoro
nella compagnia.

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Ci sono diversi tipi di relazioni Senpai-Kohai in un’azienda, ma tutte
condividono alcune regole generali:

1. Il Senpai è più vecchio del suo Kohai, lavora da più lungo tempo nell’azienda ed è in una posizione di potere rispetto a lui. Il potere consente al Senpai di assistere il Kohai in diverse situazioni e conferisce al Senpai autorità ed autorevolezza nei confronti del Kohai.

2. Il Senpai è benevolmente disposto nei confronti del Kohai.

3. Il Kohai accetta i benefici accordategli dal Senpai.

4. Questo tipo di comportamento e di coinvolgimento, sono alla base della relazione Senpai-Kohai, benché non sia concordato a priori alcun accordo esplicito.

5. Il Kohai dimostra profonda gratitudine al Senpai per la sua benevolenza e
questo sentimento è accompagnato dal desiderio di ricambiare il favore, con la promessa di diventare un buon Senpai per qualcuno più giovane.

Viene così a crearsi una catena di relazioni che consente il perpetuarsi di questo rapporto, che non è fra ‘eguali’ e neppure è uno scambio paritario in senso stretto. Il Senpai è più potente e dà più di quello che riceve, ma quando il Kohai (colui che riceve) occupa la posizione di Senpai (colui che dà), viene introdotta una certa forma di equilibrio.
Si consolida quindi nel tempo una relazione di mutuo scambio tra ‘impari’, in
cui il Kohai avrà la possibilità di ripagare il suo Senpai dimostrandogli fedeltà
assoluta.

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