venerdì 10 agosto 2012

Comunicare i rischi (2)

Riprendiamo il discorso di ieri cercando di individuare quali siano gli obiettivi della comunicazione del rischio.

Come viene praticata oggi, la comunicazione del rischio è spesso molto seria ma anche - sorprendentemente - ad hoc e mirata. 

 In genere, non si riesce a trovare un'analisi chiara e generale di ciò che debba essere comunicato a seconda delle circostanze, né indicazioni relativamente alle prove concrete che occorre avere per accertarsi che i messaggi abbiano raggiunto il target di riferimento.
La posta in gioco relativamente alla comprensione dei rischi da parte delle persone esposte è estremamente alta perché, senza una procedura precisa che indichi cosa comunicare e a chi, è facile lasciare indietro qualcuno non informandolo adeguatamente o informandolo solo parzialmente.

C'è anche il rischio che, cambiando la sensibilità delle persone, ci siano divergenze significative nei riguardi di cosa e come comunicare.

Partiamo dall'ABC e proviamo a stilare una lista di riscontro per accertarci di affrontare la comunicazione dei rischi in maniera esausitiva.

Le prime informazioni che vengono alla mente per comunicare eventuali rischi alle persone sono:


- informazioni per compiere scelte informate
giudizi indipendenti sui rischi per salute, sicurezza e ambiente (se è il caso, riportare info di terzi)
- comunicazione centrata  sulle questioni più difficili da capire
- evitare questioni superflue per non distrarre l'attenzione da ciò che è davvero importante 
- acquisizione "prova" che il messaggio è stato compreso 

Cosa vi viene in mente ancora?



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