martedì 7 marzo 2017

La mobilità premia sul lavoro

(Fonte: "Italia Oggi")

Compie trent’anni il programma Erasmus che, dal 1987 ad oggi, ha coinvolto 3 milioni e mezzo di studenti e oltre 120 mila insegnanti, portandoli a trascorrere un periodo (da nove mesi a due anni) di studio nell’università di un altro Paese e, quindi, a vivere in una città straniera. Prerogativa del
programma è ampliare il percorso formativo dello studente dandogli la possibilità di respirare una dimensione «altra», internazionale e favorendo l’apprendimento di una nuova lingua. Un’esperienza
di vita, in sostanza, prima che di studio. Dopo quasi trent’anni, nel 2014 si è approdati all’Erasmus
Plus, il nuovo programma di mobilità dell’Unione Europea per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport, che ha sostituito, raggruppandoli sotto un unico nome, tutti i programmi di
mobilità dell’Ue. Con un finanziamento di 16,4 miliardi di euro per i sei anni 2014-2020.
Dal rapporto presentato nel 2015 dalla Commissione europea sul primo anno di Erasmus Plus, le borse di mobilità per studenti, tirocinanti, insegnanti, volontari e altri giovani hanno permesso a quasi 58 mila italiani di partire (650 mila in Europa), con un impegno fi nanziario di 92,80 milioni di euro. Buona la performance dell’Italia, che è fra i Paesi che hanno maggiormente beneficiato dei finanziamenti europei. 


Seconda solo alla Turchia per numero di candidature presentate. Il settore universitario ha beneficiato di oltre 53 milioni di euro, impiegati per sostenere le mobilità di oltre 34 mila studenti, professori e staff, a seguire la formazione professionale (25 milioni), la mobilità per i giovani (quasi 10 milioni), la formazione per il personale della scuola (3.6 milioni) e per il personale impegnato
nell’educazione degli adulti.
L’Alma Mater Studiorum di Bologna, l’Università degli Studi di Padova, la Sapienza di Roma, l’Università degli Studi di Torino e la Statale di Milano sono le prime cinque università italiane per
studenti in uscita. Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, Portogallo le destinazioni preferite
dagli italiani.
A ciò si aggiungono i dati dello studio di impatto Erasmus in ambito di istruzione superiore, con un
focus sulle quattro macro regioni europee (Nord, Sud di cui fa parte l’Italia, Est, Ovest), elaborato su oltre 71 mila persone intervistate fra studenti, ex studenti e staff (accademico e amministrativo) per verificare l’impatto della mobilità Erasmus in termini di occupabilità, competenze e carriera a livello europeo.
Per gli studenti che hanno maggiormente beneficiato delle mobilità si rileva una riduzione dei tempi di disoccupazione.
Sul fronte dei tirocini, ad esempio, il 51% degli italiani ha ricevuto un’offerta di lavoro dall’impresa
europea in cui veniva svolto il traineeship (media europea 30%). L’esperienza di mobilità ha avuto un’influenza positiva anche sullo spirito di imprenditorialità: in Italia il 32% degli studenti con esperienza di tirocinio Erasmus è intenzionata ad avviare una start-up e il 9% l’ha già realizzata. I laureati che sono partiti in Erasmus hanno una maggiore mobilità lavorativa: il 93% è disposto
a trasferirsi all’estero per lavoro e sono maggiormente disposti a cambiare datore di lavoro rispetto a chi non ha realizzato una mobilità Erasmus. 


(...)

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