mercoledì 19 luglio 2017

Formazione soltanto per i vertici aziendali

(Fonte: "Affari&Finanza")


Sei anni fa a fare training era stato il 35% delle società, nel 2015 il 21% e vi ha partecipato il 28% degli organici. Situazione rovesciata per i manager: aumentato il budget.

Secondo Unioncamere, nel 2015 il 21% delle imprese ha organizzato corsi di formazione per i propri dipendenti, a cui ha partecipato il 28% degli organici aziendali. Numeri in diminuzione rispetto all’anno precedente  e  soprattutto  al  periodo  2009-11, quando, si legge nell’ultimo rapporto
della banca dati Excelsior, accanto ai licenziamenti c’è stato anche “un eccezionale impegno delle imprese a intensificare  l’attività  formativa  delle  proprie risorse umane, per ritrovare competitività e attuare quelle riorganizzazioni tecniche e organizzative che la crisi imponeva”.
 

Sei anni fa a fare formazione era stato il 35% delle aziende. Il quadro, però, cambia molto se ci si focalizza sulla formazione delle sole figure di vertice: nel 2015,  si  legge  nell’ultima  ricerca  di
Asfor, l’associazione per la formazione manageriale, “dopo molti anni c’è un segnale di ripresa dei budget”, con il 41% delle aziende che dichiara di aver aumentato le risorse finanziarie destinate alla formazione. Insieme ai soldi, aumenta anche la consapevolezza delle imprese. Si nota ancora una tendenza a considerare la formazione interna tra le prime scelte, con il dipendente che insegna al dipendente. Questo però non basta più e l’esigenza di diversificare le competenze e approfondirle per funzione e obiettivo, sommate all’indiscusso valore del confronto in contesti interaziendali sono
sempre più considerati di valore (...).

Tra gli studenti che partecipano ai corsi di formazione ci sono numerosi manager: hanno tra i 35 e i 40 anni e hanno accumulato un’esperienza lavorativa di almeno  un  decennio.  Con  la  formazione
puntano allo sviluppo delle competenze specialistiche e manageriali, per fare carriera e acquisire maggiore sicurezza e credibilità nel proprio contesto lavorativo,  oltre a  un  miglioramento
dell’aspetto retributivo. Nella classifica delle proposte di formazione più frequentate, seguono Mba e master part time  (20%)  e  infine  quelli  full  time (8%). Qui prevalgono i neolaureati con un’età compresa tra i 23 e i 26 anni e l’interesse per opportunità professionali all’estero.
Consapevoli dell’importanza di una specializzazione post-lauream, puntano ad acquisire competenze specifiche, concrete e spendibili nel mercato del lavoro, avere più opportunità di inserimento  professionale  e fare  esperienze di lavoro qualificanti in funzione dello sviluppo futuro di carriera.



(...)

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