venerdì 26 gennaio 2018

Welfare: i manager chiedono aggiornamento professionale

(Fonte: "Affari&Finanza")

Al primo posto ci sono i servizi e prodotti integrativi della sanità pubblica, seguiti dall’aggiornamento delle competenze e dalla consulenza e proposta di prodotti previdenziali. Si tratta delle esigenze più avvertite dai manager italiani, soprattutto in chiave prospettica, secondo un
sondaggio condotto da AstraRicerche per Manageritalia. Risultati che risentono dei cambiamenti
in atto nella società e nell’economia, con lo Stato sempre meno in grado di assicurare servizi di welfare e i privati chiamati di conseguenza a provvedere almeno in parte. Il tutto mentre il mercato
evolve rapidamente, rendendo presto desuete le competenze acquisite dietro i banchi e sul campo. Su
un campione di mille intervistati, l’87,3% dichiara di sentire l’esigenza di un’organizzazione che rappresenti e aggreghi professionalità e interessi comuni (e il 70% sottolinea che questa esigenza è cresciuta negli ultimi anni), mentre solo il 12,7% afferma di non avvertire un gran bisogno in tal senso. 


In particolare, per quel che concerne i bisogni legati alla sfera professionale, la priorità è legata ai servizi e prodotti integrativi della sanità pubblica.
A sottolinearne l’importanza è il 91% dei dirigenti, l’84% dei professional (in genere consulenti, partita Iva o contratto a progetto) e il 75% dei quadri. Al secondo posto c’è l’aggiornamento delle competenze, reputato necessario dall’88% dei dirigenti, dall’85% dei professional e dall’87% dei
quadri. A chiudere il podio delle questioni su cui i manager chiedono un supporto è la consulenza
sui prodotti previdenziali.


A seguire, tra le necessità fortemente avvertite da chi occupa posizioni elevate in azienda vi è il
supporto nella gestione delle fasi di transizione professionale, che possono creare spaesamento nei
singoli professionisti. A chiudere la top sono i servizi e prodotti per la propria famiglia, rinconducibili alla sfera del welfare.
Scorrendo la classifica, al sesto posto tra le priorità vi è lo scambio informativo e culturale su aspetti
professionali e di business con colleghi e esperti, mentre al settimo il supporto per lo sviluppo professionale e all’ottavo l’assistenza contrattuale/legale. Il 74% dei dirigenti, poi, avverte l’esigenza di un contratto che sia una buona base di partenza del rapporto di lavoro e il 65% avverte la necessità di sviluppare competenze differenti da quelle attuali in modo da poter acquisire maggiore appetibilità sul mercato del lavoro.


I manager hanno la consapevolezza di trovarsi in un contesto sempre più complesso, con sfide
al contempo crescenti e stimolanti, ma esprimono forte preoccupazione per la mancanza di visione
e di indirizzo verso cui il Paese deve tendere da parte delle istituzioni e della politica.
L’esperienza di chi vive in prima persona queste esperienze offre una chiave di lettura dei risultati. “Chi svolge un ruolo da leader in azienda è tendenzialmente solo, ha poche occasioni di confronto con colleghi con il medesimo inquadramento”, riflette Giovanna Manzi, ceo di Best Western Italia. “Da qui l’utilità di poter contare su organizzazioni di categoria capaci in primo luogo di creare occasioni di confronto, considerato che il network e le relazioni sono i due fattori che maggiormente possono fare la differenza nelle carriere individuali, oltre alle imprescindibili competenze specifiche”. 


Dunque, se la necessità di contare su un’associazione di rappresentanza è destinata a essere avvertita ancora a lungo, cambia però la prospettiva. “Il corporativismo, l’arrocco sulle sole funzioni sindacali hanno spazi limitati”, aggiunge Manzi.
Un pensiero condiviso da Paolo Scarpa, con una lunga esperienza da direttore vendite per aziende
dell’hi-tech. “Un settore”, ricorda, “alle prese con una rapida evoluzione che comporta nuove opportunità, ma può anche dar vita a una minore stabilità di carriera, alla luce delle frequenti operazioni di merger & acquisition”. Da qui, aggiunge Scarpa, la necessità di poter contare su organismi di rappresentanza “capaci di creare occasioni di confronto per capire dove va il mercato, quali sono le competenze necessarie per crescere in un dato momento, oltre che di offrire servizi di consulenza e assistenza nei passaggi di carriera”.
A tirare le fila dei risultati è Guido Carella, presidente Manageritalia. “L’indagine conferma che i
processi di intermediazione non sono destinati a scomparire. Al contrario”, riflette, “serve che i
corpi sociali trovino modelli più evoluti per svolgere il loro ruolo di rappresentare i bisogni e gli interessi di riferimento”. Quindi ricorda: “I manager esprimono la necessità di essere rappresentati
a livello sindacale, contrattuale e per lo sviluppo professionale, in modo da contribuire alla crescita
del Paese. Quindi c’è bisogno di una rappresentanza che sappia tenere il passo di quel che serve oggi per la professione, per dialogare con politica e istituzioni, per contribuire allo sviluppo economico e nel sociale”


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