venerdì 28 giugno 2013

Vendetta dolce vendetta?

A volte - anche in campo professionale - è forte la tentazione di affidarsi alla vendetta, specie se non ci sentiamo compresi, valorizzati, ascoltati.

Qualcuno ci promette di svolgere un certo lavoro entro una data stabilita e poi, nonostante i continui solleciti, non lo fa, il capo ci rimprovera senza una ragione apparente, un collega sfoga su di noi tutto il suo nervosismo, un middle manager non ci dà le informazioni che sono fondamentali per fare un'analisi urgente...sono tantissime le occasioni che potrebbero convincerci che l'unica risposta sia proprio la vendetta.

Ecco allora che nascono i boicottaggi, le lettere anonime (sì, sembra incredibile ma sono cose che avvengono anche nel 2013), le chiacchiere per demolire professionalmente o a livello personale il collega "colpevole".

Oggi vorremmo farvi riflettere sul fatto che la vendetta, in realtà, non sia affatto così dolce come potremmo aspettarci anche perché è abbastanza comune che, proprio in ambito professionale, si ritorca contro colui che l'ha messa in pratica.

E' decisamente più intelligente, dunque, cercare di riflettere su come potremmo reagire senza vendicarci.
Qui di seguito abbiamo cercato di individuare qualche reazione costruttiva ma certamente a voi ne verranno in mente molte altre:
  • offrire un caffé al collega per spiegargli come vi sentite ogni volta che si impegna nel mettervi i bastoni tra le ruote. Chiarite che non è necessario essersi reciprocamente simpatici per collaborare ma che è fondamentale mantenersi sempre professionali perché i vostri rapporti personali non devono interferire in azienda. Chiedete, infine, come potete correggere eventuali comportamenti che possono aver infastidito il collega e pretendete che lui faccia altrettanto, promettendovi reciprocamente di parlarvi immediatamante se qualcosa nuovamente dovesse interferire nei vostri rapporti professionali
  • se proprio non ve la sentite di parlare con il collega (ma noi ve lo consigliamo davvero), scrivetegli un'e-mail diretta e sincera chiedendogli perché si staia comportando in questa maniera e perché non accetti di collaborare. Spiegate che avete davvero bisogno di capire perché il rapporto professionale non funzioni, anche in vista delle collaborazioni future che inevitabilmente sarete costretti ad avere
  • se proprio il collega costruisce un muro tra voi e solamente in questo caso, illustrate la situazione al suo capo e chiedete il suo aiuto per appianare l'intera faccenda. In questo caso cercate di non presentare la situazione come se voi aveste ragione al 100% e il collega torto ma spiegate molto semplicemente che avete provato entrambi a collaborare, purtroppo senza successo, e che desiderate un aiuto per cercare di capire come rimediare agli errori fatti (i vostri e quelli del collega)
Purtroppo, per gestire casi del genere, non c'è una bacchetta magica e non esiste un suggerimento valido in assoluto. Occorre imparare a dominare la propria rabbia per provare a capire le ragioni dell'altro e per trovare un modo costruttivo per ottenere ciò che volete senza farlo chiudere ancor più come un'ostrica.
Ricordatevi che, se siete arrivati a questo punto di esasperazione, è perché - per un motivo o per l'altro - avete bisogno del suo contributo e che l'unico modo per ottenerlo è quello di cercare di collaborare.

Siate professionali, gentili ma fermi nelle vostre richieste, mostratevi superiori al comportamento infantile che dimostra l'altro e cercate di portarlo sul vostro terreno.

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