venerdì 2 marzo 2018

L’attività fisica fa bene ai dipendenti

(Fonte: "Affari&Finanza")

Ormai anche le aziende italiane lo hanno capito: per aumentare la produttività bisogna che i dipendenti si diano una mossa, e nel senso più letterale del termine. Allestire una palestra sul posto di lavoro produce infatti ritorni immediati sia in termini di produttività che di fatturato per un’impresa.
A dirlo è la scienza: mettendo a confronto l’attività fisica di 200 lavoratori di tre società diverse, la Bristol University ha ad esempio rilevato che nei giorni in cui questi si allenavano aumentavano  anche  concentrazione  (21%), puntualità (22%), produttività (25%) e motivazione (41%). Un’altra indagine, pubblicata sul Journal of occupational and environmental medicine, ha preso in considerazione un campione ancora più alto, di ben 683 lavoratori, dimostrando  come  questi  fossero  più produttivi dopo soli 30 minuti di esercizio. Pure troppi, dato che secondo l’American  College  of  Sports  Medicine bastano 10 minuti al giorno per affrontare la giornata col tono giusto.
In Italia una delle massime esperte del rapporto tra produttività e attività fisica  è  Annamaria  Crespi,  ideatrice del  Metodo  WAL  (Walk  and  Learn) che dimostra come movimento e apprendimento, se esercitati insieme, si rinforzino a vicenda: “L’allenamento più adatto allo scopo – spiega - è quello a basso impatto, come una camminata a ritmo regolare o 20 minuti di pedalata costante”. Un esercizio facile da incastrare nella giornata lavorativa, insomma.
Ma quante sono le aziende italiane che per incrementare la produttività incitano i dipendenti a fare sport, magari costruendo una palestra in sede?
Per fortuna sempre di più, e questo grazie all’esempio di realtà straniere “apripista”, come la multinazionale americana Sas, specializzata in software per il supporto decisionale, che per la sua
sede milanese ha scelto il progetto “Lavoro, mangio, mi alleno!”, o alla American  Express,  che  ha  inaugurato  un wellness center nella sua nuova sede romana, o alla sede milanese di Microsoft, dove i dipendenti possono scegliere tra una palestra aperta fino alle 22, un campo da calcetto e un percorso running. Sala fitness interna (con sauna) anche per la casa farmaceutica Eli Lilly di Sesto Fiorentino e per la Unicredit di Milano, per non parlare della Tetra Pak di Modena, che ha creato un
centro fitness con sauna, 20 macchine per esercizi, musica e schermi tv, o della Technogym, che nel suo centro di 3500 metri quadrati fornisce addirittura consulenze con personal trainer e lezioni di Tai Chi, spinning e functional training. Ma tutto questo è niente in confronto a ciò che la Apple ha fatto negli Usa: “Nella sua sede principale ha istituito un campus su una superficie più ampia del Pentagono – spiega il coach Fabrizio Cotza, specializzato in formazione aziendale - in cui ci sono ristoranti, aree benessere, saune e piscine. Situazione simile anche per Google o Amazon”. In Italia uno dei precursori in questo senso è stato Adriano Olivetti. “Istituì negli stabilimenti di Ivrea
un sistema di servizi per i dipendenti con l’idea di assisterli in tutti gli aspetti della vita: la sua fu la prima azienda a introdurre gli asili per i figli dei lavoratori”, precisa Cotza.
Sul fronte Made in Italy, a Milano esempi virtuosi sono Vittoria Assicurazioni, che nei suoi locali ha aperto una struttura per sport e fitness di circa 450 metri quadrati, e Niccolò Branca, primo in Italia a introdurre yoga e meditazione in azienda; in Veneto, Luxottica e H-Farm hanno attuato una collaborazione diretta con Tecnogym. Le belle sorprese si trovano anche più a sud, come la CIAM di Petrignano d’Assisi, eccellenza nella fornitura di design e tecnologia per arredamento di bar e ristoranti, il cui amministratore, Federico Malizia, è stato insignito dell’ attestato di “eccellenza welfare 2017” proprio in virtù delle strategie per migliorare il benessere dei dipendenti; altra
realtà avanguardistica è la marchigiana Elica, capofila di un gruppo industriale  con  sede  a  Fabriano,  leader mondiale nella produzione di cappe per cucina e tra i primi in Europa nel
settore dei motori elettrici: è lei a occupare, per il 2017, il vertice della classifica italiana delle aziende in cui si lavora meglio,  pubblicata  ogni  anno  dal Great Place to Work Institute a metà dicembre.
I lavoratori che hanno un impiego sedentario solitamente soffrono di rigidità del collo, tunnel carpale e mal di schiena, problemi che, come calcolato dalla Labor Organization of the United
Nation, costano circa 200 miliardi di dollari l’anno alle aziende americane in termini di perdita di produttività.
A confermare quanto incoraggiare i dipendenti a fare sport faccia bene sia alla salute di chi lavora che alle tasche degli imprenditori c’è infine un recentissimo studio apparso sul Journal of
Applied Psysiology, che ha dimostrato come l’esercizio aumenti non solo la connessione  tra  cellule  celebrali  ma anche il numero di staminali che danno vita a nuovi neuroni. In altre parole: più  ti  alleni,  più  diventi  intelligente. Difficile trovare un modo migliore per investire nelle risorse umane.


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