mercoledì 20 luglio 2011

I 5 errori che distruggono il miglioramento continuo

Migliorare su base continua è un requisito della norma eppure molti di voi ci raccontano che non è affatto facile e che, nonostante l'impegno, i miglioramenti effettivi alla fine dell'anno sono sempre pochi.
Come mai? Ci sono forse degli errori che ci mettono nelle condizioni di non migliorare? Sì, purtroppo. Sono 5 e sono micidiali.
Vediamoli insieme.

1) Chi esercita la leadership non è coinvolto nei miglioramenti

L'abbiamo detto molte volte: se i vertici di un'organizzazione predicano la Qualità a parole ma non sono i primi a metterla in pratica, non si arriva da nessuna parte.
I programmi di miglioramento non fanno eccezione.

Pensateci su per un attimo: quali sono le strutture (aziende, scuole, ospedali, banche, negozi, ecc.) che vi sembrano funzionare meglio? Sicuramente quelle dove si sente una forte presenza di una supervisione, di un progetto che appartiene a tutti, di obiettivi, di condivisione, di attenzione a coloro che ci danno il pane (ovvero clienti e utenti).

Come coinvolgere, dunque, il boss nei progetti di miglioramento?
Non c'è niente da fare, dovrete fargli vedere vantaggi concreti.

Chi è a capo di qualcosa è abituato a fissare obiettivi tangibili, ad elaborare strategie con uno scopo ben preciso. I progetti legati alla Qualità, invece, sono spesso confusi, fumosi e non vengono illustrati bene.

Rivedete, dunque, il vostro materiale, fate una buona pianificazione dell'intervento di miglioramento, evidenziate i vantaggi che ne deriveranno e cercate di coinvolgere chi vi dovrà supportare. Vedrete che il capo vi appoggerà e che i vostri colleghi ne percepiranno l'impegno in prima persona.

Da domani inizieremo a esaminare gli altri 4 errori che spesso si fanno quando si vuole migliorare.

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