martedì 3 gennaio 2012

Affrontare i problemi: tu come fai?

Continuiamo il discorso iniziato ieri, leggendo come - secondo la rivista "Riza Psicosomatica" - le persone reagiscono di fronte a una sfida.
C'è chi chiude gli occhi per non vedere i pericoli, chi analizza nel dettaglio la situazione e poi non muove un dito, chi deve "fare qualcosa se no sta male".

Ecco cinque ritratti che ci aiutano a fare chiarezza sull'approccio mentale sbagliato ai problemi.

Il delegante

Ne parli con tutti, ti scarichi ma poi hai le idee confuse


"Aiuto, ho un problema": la tua prima reazione di fronte a un problema è quella di condividerlo con qualcun altro, che ti ascolti e che ti possa dare un consiglio o anche semplicemente aiutarti a vedere le cose da un altro punto di vista.
In realtà parlarne ti aiuta a scaricare l'ansia più che a trovare una soluzione. Infatti raramente ti mostri ricettivo alle indicazioni che gli altri ti offrono.


Il tuo meccanismo di difesa: portare fuori quello che ti opprime. Parlare è uno sfogo, un modo per tirare fuori le emozioni che ti si agitano dentro ma anche per chiedere rassicurazione.


L'effetto: ridurre l'anzia ti aiuta, ma non è sufficiente per motivarti ad agire o rassicurarti.
Il rischio è quello di continuare a parlarne con più persone, spostando ora sull'uno ora sull'altro un processo che dovrebbe avvenire dentro di te. Per non parlare dell'effetto confusivo che hanno tante chiacchiere!

Domani prenderemo in esame la figura dello "struzzo".
Non mancate!

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