lunedì 23 gennaio 2012

Imparare a non fare errori

Il problema più grosso riguardo gli errori è che le persone non si alzano la mattina dicendo: "oh, bene! Questo è il giorno giusto per fare qualche errore!" Semplicemente si trovano a farli senza averli programmati.

Abbiamo imparato fin da bambini a entrare in competizione con gli altri per ottenere l'approvazione dei grandi, per distinguerci all'interno del gruppo, per un premio, per un posto importante nella recita scolastica, per entrare nella scuola migliore o nella nostra squadra del cuore. 
Al lavoro, in seguito, non è cambiato nulla perché siamo entrati in competizione prima per ottenere il lavoro migliore e dopo, per colpa della crisi, semplicemente per avere un lavoro.
 

Ciò che fa la differenza tra chi vince e chi perde in questa eterna gara, oltre all'intelligenza, è proprio la tendenza a non fare errori (nelle scelte che facciamo lungo la nostra strada, nel modo in cui ci presentiamo o nel modo in cui osserviamo il mondo facendoci influenzare da esso).  
Spesso razionalizziamo i nostri fallimenti personali, dicendo: "Tutti sbagliano" e questo è sicuramente vero anche se può cambiare un'intera vita ma imparare a riconoscere i modelli che stanno alla base degli errori si può.

Chi ha successo, nella vita come nel lavoro, si basa certamente su un giusto mix di leadership, cultura e attenzione alle persone ma, soprattutto, impara presto a non fare errori (almeno quelli grossi), basandosi proprio sulla sua capacità di riconoscere le circostanze in cui nascono.

Continueremo il nostro discorso sugli errori domani. Non mancate!

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