venerdì 13 novembre 2015

Per fare affari l'azienda chiama l'antropologo

(Fonte: "Il Venerdì")

Potete chiamarlo "cross cultural coach" oppure "business anthropologist", ma la sostanza non cambia. Negli Stati Uniti, che hanno fatto scuola, l'antropologo culturale è entrato nelle big company già a partire dagli anni Ottanta e oggi (...) è quasi un nume tutelare per formare manager o impiegati che lavorano in Paesi lontani dall'Occidente.

Ma ora anche in Europa e in Italia questa figura  acquista credito tra gli imprenditori che vogliono investire all'estero con maggiori probabilità di successo.

(...)

Non si tratta solo di capire che i consumi sono influenzati anche da fattori culturali, è necessario comprendere le dinamiche di gruppo in un ambiente di lavoro.

(...)

E l'attenzione alle differenze culturali serve per lavorare al meglio non solo in Paesi molto lontani, ma anche in altri relativamente più vicini come la Russia. 
Così, nelle grandi imprese, le cosiddette lezioni di "intercultural orientation" stanno diventando quasi una routine.

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