lunedì 12 giugno 2017

La maledizione del talento (4)

3 - Rinviate a un momento futuro la prospettiva di un lavoro denso di significato

Quando una persona si sente intrappolata dalle aspettative della sua organizzazione e si pregusta le grandi ricompense che otterrà in cambio degli sforzi per sopportare dignitosamente questa cattività, il presente perde di significato. L'individuo comincia a localizzare nel futuro il momento sognato in cui potrà recuperare ed esprimere il suo vero io, quando finalmente, spera, sarà libero di dire quello che pensa veramente, di relazionarsi con gli altri in modo trasparente, di realizzare la sua vera vocazione e di dirigere come ha sempre desiderato.

Alcuni si limitano ad aspettare che l'intorpidimento svanisca. Altri coltivano fantasie sfavillanti di quello che faranno quando saranno fuori dalla corsa al successo, obiettivi che confidano solo a pochi amici fidati, per paura che anche questi sogni possano essere dirottati.
Tutto questo corrisponde a ciò che l'analista junghiano H.G. Baynes molto tempo fa etichettò come la "nevrosi della vita provvisoria": i leader in erba considerano il loro lavoro attuale funzionale a opportunità future e si immaginano che il loro lavoro sarà molto più  denso di significato. Quello che diventeranno diventa più importante di quello che sono. Il presente perde valore e di conseguenza smettono di dare il meglio che hanno.

Nel momento in cui la parte impegnata del lavoratore di talento si rifugia nel futuro, la maledizione del talento è già all'opera. Il lavoratore sembra immerso nel suo ruolo, ma in realtà se ne è isolato. E se continua a vedere il suo lavoro attuale come qualcosa di vuoto, nemmeno lasciare l'organizzazione potrà servire a qualcosa.

La prossima volta vedremo insieme come spezzare la maledizione del talento che può ostacolare la crescita personale, il senso di coinvolgimento e la carriera degli individui ad alto potenziale più dotati. 

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