lunedì 5 giugno 2017

Se il capo è umano, lo straordinario lo facciamo gratis

(Fonte: "Affari&Finanza")

Basta con il boss che urla e i lavoratori terrorizzati, se hai un buon capo o dei buoni manager lavori meglio e di più.
Una ricerca-sondaggio di Great Place To Work (l’azienda che certifica le migliori aziende degli Stati Uniti) dimostra quanto sia importante la relazione tra capi e subordinati per creare un ambiente di lavoro che riesca a sfruttare al meglio il pieno potenziale dei propri dipendenti.
Dove il dialogo tra manager e impiegati è frequente e senza artificiose barriere (tipo uffici del boss
inaccessibili ai dipendenti), i risultati aziendali migliorano in fretta e garantiscono un basso
turnover. E il tutto si traduce in lavoratori impegnati (anche oltre quanto richiesto dal contratto), team
collaborativi, livelli più alti di innovazione, che sono le componenti-chiave di un’impresa di
successo. La ricerca (sono stati presi in considerazione 229mila posti di lavoro) dimostra in modo evidente come le persone che sentono di avere un datore di lavoro capace e attento alle esigenze
degli impiegati, siano quattro volte più disponibili a lavorare di più e a dedicare all’azienda ora di straordinario (non pagato). Importante per legare il lavoratore all’azienda sono i salari equi,
sempre più spesso le aziende Usa prevedono bonus collettivi al posto di quelli individuali stimolando così il lavoro di squadra.
L’84% di chi lavora nelle migliori cento aziende degli Usa dichiara di essere ansioso di recarsi sul posto di lavoro; dove la cultura aziendale e un’organizzazione che valorizzi tutti i dipendenti viene messa davanti al profitto immediato, i profitti a medio termine sono molto più alti. L’87 per cento di chi lavora in queste società dichiara di voler restare rifiutando altre offerte e anche tra i millennial, i giovani che cambiano lavoro più di frequente, cresce la voglia di fedeltà sul lavoro. Secondo un altro rapporto (pubblicato da Time) la maggior parte degli americani non utilizza tutte le ferie di cui potrebbe usufruire di diritto (che sono inferiori a quelle garantite in Italia ed Europa) ma preferisce rinunciare a qualche giorno di vacanza per tornare prima al lavoro. Nel 2016 il 54 per cento dei lavoratori dipendenti negli Stati Uniti non ha utilizzato tutte le ferie. Non solo perché amano i
propri datori di lavoro, per molti è stata decisiva la paura di perdere il posto.

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