lunedì 7 agosto 2017

Quantità o qualità delle ore lavorate? (2)

(Fonte: "Business People")

 Nel suo appello ai dipendenti, il numero uno di Panasonic si è rivolto non soltanto ai manegr o ai quadri ma a tutto il personale dell'azienda, a qualunque livello e mansione. Per questo, sorge spontaneo un  interrogativo: è possibile adottare orari di lavoro flessibili, in nome della produttività, anche tra i dipendenti che svolgono lavori manufatturieri o artigianali, nelle fabbriche o nei laboratori, e perciò impegnati a rispettare modalità di produzione a catena?

Analizzando le innovazioni di processo e di gestione delle risorse umane adottate da diverse aziende manifatturiere, anche italiane, viene da rispondere di sì.
Oggi, infatti, anche nel settore manifatturiero si tenta di adottare metodologie operative che vanno ben al di là del lavoro impostato su turni e orari fissi, prediligendo una maggiore concentrazione sugli obiettivi. Lo sa bene chi lavora in imprese del distretto meccanico emiliano come la Tetra Pak di Modena o il noto produttore di motociclette Ducati. Negli stabilimenti di queste due aziende, per esempio, la produzione è divisa in aree diverse, dove ciascun operaio o un team di dipendenti deve completare autonomamente la costruzione di un determinato pezzo. C'è, dunque, un'organizzazione del lavoro decentrata che permette anche a chi sta in fabbrica di gestirsi gli orari settimanli con una certa flessibilità, purché vengano rispettate le scadenze prestabilite per la consegna del materiale lavorato. L'importante è aver raggiunto l'obiettivo, insomma, non quanto tempo si sta in azienda.

Domani vedremo insieme un altro esempio di azienda italiana che si sta muovendo in questa direzione.

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

Nessun commento: