lunedì 22 agosto 2011

L'importanza di dire "grazie"

Vi propongo un'altra riflessione interessante tratta dalla rivista "Mente & Cervello" (agosto 2011).

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La gratitudine è un formidabile veicolo di benessere sociale.

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Nel 2002 Jean Dumas, della Purdue University - USA, ha chiesto a numerosi volontari di valutare 800 diversi tratti di personalità: i risultati hanno mostrato che la gratitudine è una delle 30 qualità più apprezzate.

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Molti trovano difficile dire "grazie" perché considerano l'attitudine alla riconoscenza come un segno di sottomissione e di debolezza che presuppone un obbligo futuro nei confronti di qualcuno. (N.d.R.)

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In realtà la gratitudine non è una forma di sottomissione e nemmeno uno stato d'animo che sminuisce il contributo di chi lo prova, quanto un atteggiamento nei confronti della vita che costituisce un tratto della personalità.
Riconoscere l'importanza del sostegno altrui non è incompatibile con la consapevolezza del valore degli sforzi fatti personalmente. Così un atleta attribuisce il suo successo alla propria costanza negli allenamenti, ma se ha un grado di orientamento alla gratitudine elevato, considererà essenziale per la vittoria anche il contributo delle persone che lo circondano: la famiglia per la pazienza, la squadra per il sostegno, pesino i rivali che l'hanno spinto a fare meglio.

Riflettete mai su quanto poco ringraziamo gli altri per il buon lavoro fatto? Quante volte si pronuncia la parola "grazie" nella vostra organizzazione? Trovate che un atteggiamento di gratitudine nei confronti degli altri vada di pari passo con un ambiente di lavoro sereno?

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