venerdì 6 settembre 2013

Cambiare la cultura grazie alle soft skill (3)


Come accennato ieri, oggi proveremo ad analizzare le singole parti della definizione che ieri abbiamo dato di "cultura" e che vi riproniamo per vostra comodità:

"modello composto da diversi presupposti condivisi che un gruppo di persone ha fatto propri perché, con l'esperienza, ha visto che li portava a risolvere alcuni problemi. Questo modello ha lavorato abbastanza bene nel tempo tanto da essere considerato valido e, di conseguenza, insegnato ai nuovi membri del gruppo (i nuovi assunti, nel caso di un'organizzazione) come il modo corretto di procedere e pensare"

Partiamo con il nostro esame dalla prima riga:
"...modello composto da diversi presupposti condivisi..." ci indica chiaramente che la cultura si costruisce su una serie di presupposti condivisi. Proprio per il fatto che essi sono stati condivisi dalle persone, quando si cerca di cambiarli occorre cambiarli in ogni persona che faccia parte dell'organizzazione.

"...un gruppo di persone ha fatto propri perché, con l'esperienza, ha visto che li portava a risolvere alcuni problemi..." questa seconda parte della definizione spiega che questi presupposti non sono invenzioni delle persone ma si basano su qualcosa che è stato testato nel tempo e che ha portato a risolvere problemi che, in qualche modo, affliggevano seriamente la loro serenità lavorativa.

"...Questo modello ha lavorato abbastanza bene nel tempo tanto da essere considerato valido..." questa parte della definizione ci dice una cosa molto importante: questi presupposti sono stati ritenuti validi dall'intera collettività, dunque - se si cercherà di apportare cambiamenti nel modo di risolvere i problemi e se questi cambiamenti entreranno in conflitto con ciò che la gente ritiene giusto fare - ecco che nasceranno delle importanti resistenze.

"...e, di conseguenza, insegnato ai nuovi membri del gruppo (i nuovi assunti, nel caso di un'organizzazione) come il modo corretto di procedere e pensare" l'ultimo punto della definizione è fiondamentale per capire che anche introducendo nuovi elementi nello staff, non riusciremo a cambiare nulla perché chi lavora in azienda da più tempo si preoccuperà immediatamente di spiegare come si lavora da quelle parti se non si vogliono avere grane.

Lunedì vedremo come, alla luce di tutte queste premesse, uno dei cambiamenti più difficili da portare avanti è il passaggio da una cultura reattiva ad una di tipo proattivo.

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

Nessun commento: