mercoledì 17 settembre 2014

Il superlavoro, un mito da rottamare (2)

Continuiamo la lettura dell'articolo tratto da "D" e impariamo perché lavorare troppo fa male a noi e alle nostre organizzazioni.

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Il fatto di non staccare nuoce anche alle prestazioni lavorative. Negli ultimi anni è apparsa una montagna di dati scientifici che dimostrano sia il costo dell'esaurimento delle energie e del superlavoro, sia i benefici di staccare e ricaricarsi.
Per riassumere, la salute e il benessere a lungo termine dei dipendenti di un'azienda influenza la salute e il benessere a lungo termine dei suoi bilanci.

Una vita passata a lavorare e basta, senza mai dare la priorità al bisogno di ricaricarsi, semplicemente non è sostenibile. Non lo è per gli individui, non lo è per le aziende.

Per usare le parole di Tony Schwartz, Ceo dell'Energy Project, "il modo migliore per fare più cose è passare più tempo facendone meno". A riprova di ciò, cita uno studio interno del 2006 condotto tra gli impiegati della Ernst & Young, il quale eveidenziava che, per ogni dieci ore di vacanza in più prese da ogni dipendente, le sue prestazioni miglioravano dell'1% per ogni giorno di vacanza.

Un dato che non dovrebbe sorprenderci. Gli esseri umani sono strutturati per lavorare e quindi ricaricarsi.
"L'importanza del reintegro delle forze è radicata nella nostra fisiologia", scrive Schwartz. "Gli esseri umani non sono progettati per consumare energie in modo continuativo, ma per alternare il dispendio di energie al loro ripristino".
E questo vale tanto su piccola scala, nel modo in cui gestiamo le nostre risorse di ora in ora, quanto nel quadro più ampio delle settimane e dei mesi.

Va da sé che molti dei cambiamenti di cui abbiamo urgente bisogno nel mondo del lavoro debbano venire dall'alto. Come possiamo constatare analizzando le ragioni fornite per spiegare come mai non sfruttano le vacanze, è evidente che i lavoratori non ricevano dai superiori un messaggio abbastanza forte sull'importanza delle ferie e del tempo dedicato a rigenerarsi.

Dobbiamo impegnarci di più per lavorare in modo più intelligente, vale a dire per non lavorare in continuazione.

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Se quasi tutti gli alti dirigenti delle aziende sono ormai consapevoli di quanto sia prezioso per i loro dipendenti - e di conseguenza per le loro aziende - ritagliarsi del tempo lontano dal lavoro, è ora di passare dalla consapevolezza all'azione.

Dobbiamo ribaltare la concezione degli incentivi. L'eccesso di lavoro, lo sfinimento e il burnout devono essere bollati come pericolosi e scoraggiati, mentre i dipendenti che sfruttano tutte le loro ferie retribuite vanno elogiati, promossi e portati a esempio.

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