lunedì 29 settembre 2014

Trovare lavoro. La risorsa sei tu (5)

Eccovi, come promesso, l'intervista a Manuela Prestipino esperta di ricerca di lavoro che ha partecipato al Festival di "Altroconsumo" che riporta i suoi consigli per muoversi al meglio nel mercato del lavoro.

Sapersi muovere nel web davvero aiuta a trovare lavoro?
Internet è uno strumento fondamentale, ma sapersi muovere sui social network non basta.
Se ho competenze valide, ma non le so mettere in evidenza, la mia presenza sul web non servirà a molto.
Il web è solo un pezzo del grande puzzle da comporre per riuscire a trovare lavoro.

Qualche pezzo del puzzle?
Sul web è importante comunicare di essere esperti in qualche settore oppure di avere caratteristiche e capacità interessanti per le aziende.
Per fare questo servono tempo e impegno.
In genere non siamo bravi a individuare le nostre competenze chiave, quelle più importanti, che sono poi i nostri punti di forza. E' proprio questo aspetto che bisognerebbe saper evidenziare, sia sul web che durante il colloquio di lavoro.
Ecco perché prima di iniziare una ricerca di lavoro è importante cercare di mettere a fuoco i propri punti di forza e allenarsi a raccontarli. Essere in grado di descrivere in modo credibile le proprie competenze fa la differenza, è un punto a favore durante il processo di selezione. Ma bisogna allenarsi: fare un'analisi di se stessi, essere brevi e chiari nella descrizione.

Cos'altro funziona davvero?
Oggi più che mai le aziende cercano di ridurre i rischi durante la selezione. Prima di inserire sconosciuti, preferiscono attingere a quel circuito di persone che hanno già visto all'opera, magari come consulenti, come collaboratori occasionali o a tempo determinato, o come stagisti.
Oppure puntano su persone di cui hanno sentito parlare bene da qualcuno di cui si fidano.
Il passaparola è tornato a essere fondamentale, se inteso nella giusta accezione: conosco una persona valida che ha le competenze che stai cercando. Nulla a che vedere con la cultura della raccomandazione. Ricordiamoci che la maggior parte delle aziende italiane sono piccole imprese, che assumono proprio puntando molto su questo meccanismo di conoscenza e fiducia. E' raro che assumano chi ha inviato un curriculum spontaneo. Quindi, è molto importante parlare con le persone.

Oggi spesso non basta avere un percorso formativo adeguato, qual è il rischio di accettare un lavoro meno qualificato?
In realtà i buchi nel curriculum non piacciono ai selezionatori. In attesa del lavoro ideale, occorre adattarsi, anche a lavori modesti.
Da ogni lavoro si può apprendere qualcosa di utile per la propria cariera.
All'estero sono più flessibili di noi, più pronti a mettersi in gioco. E ciò non significa rinunciare ai propri obiettivi professionali. Tutt'altro.

Insomma, bisogna accettare un nuovo modello di lavoro?
Bisogna sapersi adattare all'evoluzione continua, è importante modificare l'atteggiamento mentale del posto fisso perché anche quando lo avremo trovato è tutto talmente in fase di cambiamento, che nessuno mi garantisce di poterlo mantenere. Conviene superare il retaggio culturale che ci mette in difficoltà davanti al cambiamento.
Il primo passo è puntare sulle proprie competenze specifiche, che sono in sostanza il patrimonio di ognuno di noi. Poi, capire il mercato: dove e in che modo mi posso posizionare con le mie competenze? E' questa la sfida del futuro?

Mettersi in proprio può essere una valida alternativa, nonostante la crisi? Penso anche al fenomeno start-up
Sì, se c'è un'idea vincente da far emergere, ma bisogna prima ponderare con attenzione tutti i rischi. Anche in questo caso le competenze specifiche sono fondamentali. Prima di buttarvi in una nuova avventura, è fondamentale valutare molto attentamente quali sono le condizioni per ottenere successo.

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