martedì 10 maggio 2011

L'ultima lezione (5)

Amo il football americano.
(...)

Ho cominciato a nove anni, e il football mi ha sempre accompagnato. Mi ha aiutato a diventare quello che sono. E benché non sia entrato nella National Football League penso spesso di avere imparato più dal perseguire questo sogno e dall'incapacità di realizzarlo che da tutti quelli che ho invece realizzato.

(...)

(I ragazzini conoscono il loro allenatore, un uomo vecchio stampo)

Alla prima seduta di allenamento eravamo tutti spaventati a morte. Lui, peraltro, non aveva portato con sé nemmeno un pallone. Uno di noi ebbe l'ardire di parlare a nome di tutti: "Scusi coach. Non ci sono palloni".

E lui: "Non ci serve nessun pallone".

Restammo muti, riflettendo sulla sua affermazione.

"Quanti uomini ci sono su un campo da football?" ci interrogò.

Rispondemmo: undici per squadra. Quindi in tutto ventidue.

"E quanti giocatori alla volta toccano il pallone?"

Uno solo.

"Esatto!" esclamò. "Quindi ci concentreremo su quello che stanno facendo gli altri ventuno".

I fondamentali. E' un grande dono che il coach ci ha fatto. Fondamentali, fondamentali, fondamentali. In qualità di professore universitario, ho notato che questa è una lezione che molti ragazzi ignorano, quasi sempre a loro discapito: dovete comprendere i fondamentali altrimenti anche gli ingranaggi più sofisticati non funzioneranno.


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