mercoledì 4 maggio 2011

L'ultima lezione

In questi giorni sto leggendo un libro bellissimo di Randy Pausch che si intitola: "L'ultima lezione".

Cito dalla quarta di copertina: "Nel 2006 Randy Pausch è un brillante professore di informatica della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, in Pennsylvania. Ha una moglie, tre bambini e ama appassionatamente il suo lavoro, i suoi colleghi, i suoi studenti.


E' allora che i medici gli diagnosticano un cancro del pancreas in stadio ormai avanzato."

Un anno dopo, Pausch tiene la sua ultima lezione in pubblico davanti a quattrocento persone, lasciando ad amici e colleghi il suo ultimo messaggio: un concentrato di ottimismo, vitalità, consigli di vita e spunti professionali che vanno a comporre un quadro che ci fa capire davvero cosa siano leadership e comunicazione efficace.

Per questo motivo, a partire da oggi, ho deciso di parlarvene, citando i brani del libro che mi hanno colpito di più.
Mi permetto, poi, di consigliare il testo a chiunque voglia leggere un bel libro che è tutto fuorché triste o drammatico. A me sta piacendo davvero molto.

Dopo avere invitato i presenti a sedersi, li ho ringraziati per essere intervenuti, ho fatto un paio di battute e poi ho detto: "Se ci fosse fra voi qualcuno entrato per caso che non conosce i retroscena, non si preoccupi; mio padre mi ha insegnato che un elefante nel salotto non passa inosservato, meglio presentarlo.
Se date un'occhiata alle mie Tac noterete circa dieci metastasi al fegato. I medici mi hanno detto che mi restano dai tre ai sei mesi di ottima salute. Questo un mese fa. Fate un po' voi i calcoli."


Ho mostrato sullo schermo un'immagine gigante della Tac del mio fegato. La slide era intitolata "L'elefante nel salotto", cui avevo aggiunto per chiarezza delle frecce rosse che indicavano ciascuna metastasi.

Ho indugiato con la slide, di modo che la platea potesse individuare le frecce e contare le metastasi. "Va bene" ho detto "tutto qua. Non c'è proprio niente da fare. Possiamo solo decidere come reagire. Non possiamo cambiare le carte in tavola, ma soltanto giocare al meglio la mano".

Trovo questo brano di una bellezza e di una forza straordinarie. C'è molta intelligenza ma anche qualche consiglio di management che mi pare utile sviscerare e seguire. Riuscite ad individuarli?

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