mercoledì 3 aprile 2013

Essere buoni formatori: 8 punti (4)

Il quarto step con il quale un professionista della formazione dovrà confrontarsi è il seguente:

4 - Capacità di scegliere la metodologia adatta all'intervento formativo

Perché un intervento formativo abbia successo, è fiondamentale che il formatore condivida con il discente il metodo scelto che cambierà a seconda che si voglia effettuare:
  1. una formazione breve
  2. la semplice gestione di una crisi momentanea
  3. una formazione lunga
Ognuno di questi interventi di coaching richiede metodologie differenti che possiamo riassumere in questo modo:
  1. formazione breve: si articola solitamente in 2-8 lezioni e in un periodo di tempo che va da uno a quattro mesi. Si focalizza su un argomento molto specifico che può essere affrontato e risolto in un periodo di tempo breve. E' particolarmente utile quando l'obiettivo dell'attività di formazione è abbastanza preciso nel suo scopo e quando il tempo per centrare un risultato è limitato. Ovviamente un intervento di questo genere è destinato all'insuccesso se il discente non si sa gestire in autonomia o se non ha abbastanza esperienza per raggiungere in breve tempo il risultato che ci si attende da lui
  2. gestione di una crisi momentanea: si utilizza quando il discente si trova ad affrontare una crisi professionale o personale molto forte. Una crisi è una situazione estremamente instabile che fa pensare a conseguenze gravi se non si riuscirà a gestirla nel migliore dei modi. Un discente in crisi profonda andrà trattato dal formatore con una grandissima cura ma, nello stesso tempo, velocemente perché ogni giorno passato senza intervenire può essere pericoloso. Il modo migliore di procedere è quello di ascoltare attentamente ciò che il discente ha da dire, restare calmi e spiegare tutto chiaramente, identificare le cause scatenanti dei problemi, affrontare le convinzioni - spesso sbagliate - del discente, fornire speranza e fiducia, stabilire un piano di intervento, fornire un supporto continuo, segnalare al discente a quali risorse può fare riferimento per continuare da solo la propria formazione nel tempo.
  3. formazione lunga: può avere una durata dai 4 mesi in su, anche di anni. Ovviamente è quella che permette di ottenere risultati più importanti e più duraturi. Perché un rapporto così duraturo nel tempo abbia successo è però fondamentale che il formatore abbia la capacità di mantenere alti l'interesse e il coinvolgimento del discente e che quest'ultimo voglia effettivamente crescere e imparare. I migliori candidati per questo tipo di intervento formativo sono coloro che:
  • hanno diversi obiettivi di crescita da raggiungere
  • sono entusiasti di crescere professionalmente
  • hanno un grande potenziale come futuri leader
  • occupano ruoli che li portano ad essere sotto pressione e che devono imparare a gestire per controllare lo stress. 
La metodologia migliore, in questo caso, è la 5C perché ci aiuta a prevedere cosa succederà durante l'arco di tempo molto ampio nel quale si svilupperà l'attività formativa.
La metodologia 5C prevede, come spiega il nome, 5 step ognuno identificato da una parola inglese che inizia con la lettera "C":
  1. CONTRACTING: accordo tra il discente e il formatore sugli obiettivi formativi da raggiungere. Si dovrà stabilire chi coinvolgere nel processo, cosa considerare confidenziale, quale logistica e orari impostare, quali relazioni instaurare, ecc.
  2. COLLECTING: raccogliere dati. Stabilire quali informazioni ci servono, chi ce le dovrà dare, quale metodologia usere per raccogliere questi dati, come verranno analizzati i dati, chi avrà accesso a queste informazioni, ecc.
  3. COMMUNICATING: comunicare. Le informazioni che riguardano il discente dovranno essere ben organizzate e trasmesse alle persone interessate, in modo che abbiano l'impatto più costruttivo possibile. Occorre stabilire: come organizzare le informazioni, a quale strategia di presentazione affidarsi, dove e quando discutere i dati raccolti, come strutturare l'incontro
  4. CHALLENGING: periodicamente va allestita una nuova sfida. Il formatore ha bisogno di riesaminare a intervalli regolari la motivazione del discente, sfidandolo a crescere. Basandosi sui dati raccolti, occorre spiegare al discente su quali aree dovrà intensificare il lavoro e come queste nuove richieste si allineino con gli obiettivi stabiliti per la sua formazione. Vanno stabiliti anche eventuali aggiustamenti da apportare all'attività formativa.
  5. CHANGING: se qualcosa nell'attività formativa non funziona, va cambiato. L'ultimo step di questo ciclo 5C si innesta direttamente nel primo simulando una ruota infinita che continua a girare per migliorare senza fine l'attività formativa.
Domani esamineremo il quinto step per valutare la bravura di un formatore.

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