venerdì 26 aprile 2013

Gestire lo stress

Sull'ultimo numero della rivista "Il Dirigente" è stato pubblicato un articolo dal titolo: "Stress, bomba a orologeria" che, in alcune sue parti, mi è sembrato interessante.
Eccole.

"In Europa, lo stress è il secondo problema di salute più comune nel mondo del lavoro. Colpisce quasi un lavoratore su tre, indipendentemente dalla professione e dal ruolo che ricopre all'interno di essa."

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"Lo stress serve a reagire alle richieste provenienti dall'ambiente in cui viviamo, perché porta ad attivare le risorse per far fronte alle stesse. 
Lo stress non è dunque necessariamente negativo. Quando è presente in misura contenuta e a esso si associa l'idea di riuscire a gestirlo, può addirittura risultare utile e buono (si parla in questo caso di eustress)"

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"Lo stress diventa negativo, e dunque con la percezione prevalente di non farcela più in due casi.
Il primo caso si realizza quando ci sono elementi oggettivi ad alto impatto emotivo o per cui l'energia necessaria a farvi fronte non è sufficiente. Si considerano elementi oggettivi, per esempio, grossi e improvvisi cambiamenti nelle abitudini, come dopo una riorganizzazione aziendale, o aspetti legati all'ambiente in cui si opera: rumore eccessivo, temperatura dell'ambiente di lavoro, umidità, esposizione costante al rischio, variabili legate all'assetto organizzativo come un'inadeguata distribuzione di responsabilità, compiti e scadenze da rispettare troppo ravvicinate, insicurezza della propria posizione o caratteristiche intrinseche alla tipologia di mansione come potrebbero essere quelle di lavoro monotono, ripetitivo, competitivo...

Il secondo caso lo si ritrova quando è la valutazione soggettiva di una situazione che porta a identificare la stessa come stressante: accade spesso nei rapporti interpersonali quando, nelle dinamiche di relazione fra colleghi, c'è la percezione di una difficoltà di interazione senza che magari esistano degli oggettivi elementi cihe ne giustifichino la recepita difficoltà."

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"Se una persona ritiene di poter disporre delle risorse per risolvere un problema, lo ha già per metà risolto. Questo perché non è il lavoro in sé a creare stress, ma è piuttosto l'atteggiamento verso di esso."

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"E' importante creare degli spazi di benessere sia sul posto di lavoro sia nel tempo libero. Gli spazi di benessere sono in tutte quelle situazioni in cui ognuno di noi riesce a stare nel momento presente, in modo consapevole, calato in quanto sta facendo, senza rincorrere tutti i pensieri che spesso distolgono e portano altrove."

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"Un'altra importante capacità che occorre sviluppare per reagire allo stress con competenza è quella che consiste nel saper dire no. Infatti, concorrono allo stress i troppi impegni (di cui non tutti importanti e urgenti), l'assenza di pause, la difficoltà a chiedere aiuto o a delegare, la tendenza a superare i limiti di orario lavorativo..."

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"Inoltre, occorre ricordare che il lavoro non è tutto e che prima e dopo l'orario lavorativo ci sono altre cose che incidono nel determinare la qualità della vita complessiva. Dedicarsi ai propri interessi, fare attività fisica, curare le relazioni sociali, leggere, passeggiare sono tutti modi che aiutano il benessere.

Infine, la percezione di avere uno scopo da raggiungere e la sensazione di riuscire ad avvicinarsi sempre di più a esso può essere di per sé un fattore che conferisce significato alle azioni e alla vita in generale."

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