venerdì 19 aprile 2013

La cultura è contagiosa

Qualche tempo fa sulla rivista "Mente&Cervello" è stato pubblicato un articolo dal titolo: "Il contagio della cultura" che mi è sembrato estremamente interessante, soprattutto se durante la lettura il nostro pensiero corre alla cultura aziendale.

Vi riporto di seguito i brani che mi sono sembrati più degni di nota.

Il meme è un'informazione culturale in grado di replicarsi e di essere trasmessa secondo regole simili a quelle che governano la trasmissione genetica.
A diffondere il termine meme, che evoca non a caso quello di gene, fu il biologo evoluzionista britannico Richard Dawkins nel suo libro "Il gene egoista" del 1976. Solo dagli anni novanta in poi, però, si è sviluppato un filone di ricerca, la memetica, che tenta di spiegare le modalità con cui avviene questa trasmissione e, soprattutto, i meccanismi evolutivi che determinano il successo evolutivo di alcuni memi rispetto ad altri.

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Qualsiasi cosa possa essere appresa o ricordata può essere un meme: idee, conoscenze, abitudini, credenze, abilità.

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La memetica ha dato risultati importanti non solo nella comprensione del funzionamento delle strutture sociali umane ma anche nella spiegazione di comportamenti non direttamente riconducibili alla genetica in differenti grupi animali.

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Nel 1999 il filosofo Francis Heylighen propose un modello in quattro tappe per spiegare ciò che determina il successo di un meme. "Perché abbia successo deve infettare l'ospite, ovvero essere da lui assimilato", spiega Heyleghen.

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Per essere assimilato, poi, l'elemento culturale ha bisogno di essere notato, compreso e accettato dal'ospite e quest'ultimo punto risulta particolarmente importante. "Senza una sufficiente base di credibilità, un meme perde la propria carica infettante", continua Heylighen, "per questo non tutte le informazioni a cui siamo esposti diventano elementi culturali".

La seconda tappa della replicazione memetica è la ritenzione, ovvero la registrazione nella memoria. Per definizione, un meme deve sostare per un certo periodo in un archivio mentale.
Anche questo passaggio, come quello dell'esposizione, è soggetto a una forte selezione, dato che la stragrande maggioranza delle informazioni che riceviamo nel corso di una giornata viene ricordata per non più di qualche ora. Soltanto ciò che è veramente importante per noi e che viene ripetuto frequentemente può sperare di sopravvivere allo sfoltimento naturale.

Per essere comunicato ad altri individui, un meme deve emergere dalla memoria e assumere una forma fisica. L'espressione e la trasmissione più comuni del meme sono costituite dal linguaggio parlato ed è per questo che, secondo alcuni, l'uomo ha una trasmissione culturale più ricca di quella di altre specie.

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La sopravvivenza di un'informazione è legata al perdurare di criteri sia soggettivi sia collettivi.
Tra i primi, alcune proprietà strettamente legate al funzionamento del nostro cervello, per esempio le novità, la semplicità, la coerenza e infine l'utilità.
Tra i criteri collettivi, invece, vi sono l'utilità per il gruppo, l'autorevolezza della fonte, la conformità (ovvero la presenza di uno stesso meme all'interno di più ospiti di un gruppo che ne rinforza sia l'accettazione sia la memorizzazione) e l'espressione su mezzi di comunicazione collettivi che ne amplifica la diffusione.

Per ciò che riguarda l'ultimissimo punto, cercate di non essere troppo maliziosi. ;o)

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