lunedì 17 novembre 2014

L'elevator pitch

Recentemente ho dato una lettura veloce al libro di Stefano Mini "I 7 segreti del colloquio di lavoro: come stupire il datore e frarti assumere" e vi ho trovato uno spunto interessante che ho pensato di proporvi per una vostra riflessione.

I più navigati conosceranno bene il concetto di elevator pitch, ma per i nostri lettori più giovani proponiamo questo brano estratto dal libro che riesce a sintetizzare bene cosa si intenda.

Immagina di essere nell'ascensore dell'azienda, pronto a fare un colloquio di lavoro importante. Sei a piano terra, e devi andare al quarto piano.

“Aspetti!”

Mentre le porte dell'ascensore si chiudono, un uomo con passo veloce cerca di raggiungerle prima che l'ascensore parta. Visto che sei gentile, fermi l'ascensore e lo lasci salire. Lui dice grazie, tu rispondi prego. Anche lui va al quarto piano.

Ti soffermi qualche secondo sulla sua figura, ti ricorda qualcosa. Poi ti viene un colpo: è il proprietario dell'azienda! Inizi a sudare freddo quando ti dice: “Lei è qui per il colloquio vero? Finché siamo in ascensore, mi parli un po' di lei.”


Come risponderesti? Cosa gli diresti per massimizzare le tue possibilità di fare una buona impressione ed essere assunto? Da qui nasce l'elevator pitch: un breve discorso di 30-60 secondi che condensa il meglio di te in pochi secondi.

Nella maggior parte dei colloqui, per rompere il ghiaccio il datore chiede di parlare un po' di te. La maggior parte dei candidati prendono l'occasione come un bonus per parlare della loro vita, i loro hobby, gli studi e quant'altro. Grave errore: al datore non interessa, lui vuole solo sapere come gli tornerai utile una volta assunto. Ed è di questo che devi parlare. L'elevator pitch va imparato a memoria e recitato all'inizio del colloquio.


(...)

Un buon elevator pitch contiene i seguenti elementi:

    - Sii breve e sintetico: hai 30 secondi, non sprecarli perdendoti a parlare di cose inutili. Vai dritto al punto e pensa ogni parola, per questo dovresti studiare a memoria il tuo pitch.
    - I primi secondi sono i più importanti: anche se l'introduzione dura poco, i primi 5-10 secondi sono quelli che fanno la differenza. Costruisci le tue competenze principali subito, poi espandile nei restanti 20 secondi.
    - Presenta te stesso, ma senza esagerare: trova un bilanciamento fra l'autopromozione e l'autocelebrazione. Devi dimostrarti sicuro di te e far capire che sei uno che non scherza, ma senza scadere a dire quanto sei bello e bravo. Dimostra ogni affermazione, usa numeri, fai esempi pratici.
    - Mantieni un elevator pitch dinamico: noterai che alcuni elementi sono più apprezzati di alti, quindi spostali nei primi secondi ed elimina il superfluo. Osserva la reazione del datore a ogni frase e cambia quelle che non ottengono l'effetto desiderato nei colloqui successivi. Ai datori piace un sacco parlare durante il colloquio, soprattutto se non sono esperti: puoi estrapolare tutte le informazioni che vuoi.
    - Ascolta le domande: a volte i datori interrompono il tuo elevator pitch con delle domande, tu rispondi subito e vai avanti. Se non sai rispondere, segnati la domanda e studiati una risposta. Se una domanda ti viene fatta da 3 persone diverse, includi la riposta nel pitch stesso.
    - Esercitati: il primo elevator pitch non sarà eccezionale, né lui né il modo in cui lo dici. Visto che lo studierai a memoria all'inizio suonerai robotico, impacciato, come un attore scadente. Con la pratica acquisirai fluidità e suonerai più realistico e disinvolto, comunicando una sensazione di sicurezza. Allenati con i tuoi amici, allo specchio o con dei colloqui di prova.
    - Adatta il pitch a seconda del lavoro che cerchi: così come ogni fase della ricerca del lavoro, anche l'elevator pitch varia a seconda di chi hai di fronte.
(...)

Usa questa frase che ti sei studiato appena entri in contatto con un datore, non solo al colloquio, idealmente ancora prima di consegnare il curriculum. Alcuni esempi sono:

    1. Quando sei a una fiera del lavoro.
    2. Quando telefoni a un datore che non conosci.
    3. Quando consegni un CV per rispondere a un annuncio.

Devi solo ricordare di parlare con il datore direttamente, non con un assistente. Solo chi ha il potere decisionale sarà ipnotizzato dal tuo pitching, un dipendente che deve solo scremare i curriculum  non lo ascolterà nemmeno


Qualcuno di voi ha preparato e utilizzato un discorso del genere? Funziona? Lo ritenete utile oppure rientra nelle strategie che considerate un po' troppo forzate e inflazionate per impressionare il potenziale datore di lavoro?

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