venerdì 18 settembre 2015

La procrastinazione (2)

Il primo dei sei stati che compongono il ciclo della procrastinazione che abbiamo introdotto ieri è quello in cui si pensa che questa volta inizieremo subito a dedicarci alla nostra nuova attività e non rimanderemo il suo svolgimento per nessun motivo al mondo.

Non ci ridurremo all'ultimo minuto questa volta.
Magari non partiremo proprio in questo momento o oggi a dedicarci a questo nuovo compito ma, di sicuro, inizieremo a lavorarci sopra il prima possibile.

Se arriviamo al secondo stadio - e ci arriviamo di sicuro se siamo davvero dei procrastinatori - sappiamo bene che partire presto nel dedicarci all'attività che ci è stata affidata, purtroppo non è più possibile.
Però non è ancora passato troppo tempo e non ci siamo ancora ridotti all'ultimo minuto.
Inizia a montare l'ansia ogni volta che pensiamo a ciò che dobbiamo fare.

Il terzo stadio è difficile da affrontare perché iniziamo a chiederci cosa succederà se non ci decideremo a svolgere questo lavoro.
L'ottimismo del primo step se n'è andato irrimediabilmente e realizziamo, finalmente, di essere entrati di nuovo in quel cerchio che ci porterà, inevitabilmente, a maturare ansia e depressione.

A questo punto, è assolutamente normale per qualsiasi procrastinatore iniziare a dedicarsi a tutto fuorché a ciò che sta mandando in ritardo.
Una cosa dopo l'altra si trasforma in facili scuse per rimandare e, sorprendentemente, ogni volta che ci accingiamo a dedicarsi allo svolgimento della nostra attività procrastinata, succede qualcosa che ci distrae e sposta immediatamente altrove la nostra attenzione.

Vi siete riconosciuti in questo percorso? Siete curiosi di conoscere le ultime tre fasi che chiudono il ciclo della procrastinazione?
Ne parleremo lunedì. Non mancate!

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